Polemica nel capoluogo barocco, Lecce, a proposito del turismo in città. Secondo un parroco locale, don Antonio Bruno, che opera in tre chiese nel centro cittadino, il capoluogo di provincia pugliese sarebbe divenuto una "mangiatoia".
Negli ultimi anni infatti, il turismo nel Salento è aumentato in maniera vertiginosa, creando non pochi problemi alla popolazione locale. Per alcuni questo è un bene, per altri, come il parroco e lo stesso Sgarbi, tutto ciò ha rovinato l'atmosfera cittadina.
Il parroco: 'bellezza violata'
Il religioso ha spiegato l'altro giorno le sue ragioni a Quotidiano di Puglia.
Rispondendo alle domande della collega Leda Cesari, don Antonio ha mostrato tutta la sua perplessità nel vedere il centro di Lecce preso d'assalto dai turisti. "La fama della città" - spiega il canonico - "deriva solo ed esclusivamente dal suo centro storico".
Infatti solo quest'ultimo attirerebbe i turisti nella città salentina. Molti dei viaggiatori che scelgono il Salento, come si apprende ulteriormente dal suo intervento, non si curerebbero neanche delle bellezze che li circondano, poiché sono intenti a mangiare e vivere la movida.
Il religioso denuncia anche come negli ultimi anni ci sia stato il cosiddetto "Far West delle licenze". Queste sarebbero state assegnate indiscriminatamente agli esercenti che hanno mostrato interesse nell'aprire pub e locali vari nel centro storico.
Non ha paura di possibili critiche che potrebbero piovergli addosso, don Antonio. La sua è una denuncia secca, quanto crudele, dello stato di cose nel capoluogo salentino. Che ha trovato d'accordo nientedimeno che Vittorio Sgarbi.
Sgarbi: 'Sia benedetto questo prete, ha colto nel segno'
Lusinghiero nei confronti del religioso è il critico d'arte Vittorio Sgarbi.
Lo stesso ravvisa come il prete abbia ragione nella sua denuncia a Quotidiano. Il capoluogo salentino infatti, anche secondo il critico, sta pagando le conseguenze di un turismo incontrollato, che non apparterrebbe al territorio in questione. Per Sgarbi il turismo selvaggio è controproducente per le città d'arte, e lo stesso fa eco al sacerdote, affermando che più o meno in tutto il Salento i turisti ci vengano per mangiare, più che per godere delle bellezze del territorio.
Insomma, visto così, il Salento sembra veramente una mangiatoia. Non si è fatta attendere la risposta del sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, e quella dell'assessore regionale al turismo Loredana Capone.
Salvemini e Capone: 'Riflessioni giuste'
Il primo cittadino leccese ha quindi risposto a Vittorio Sgarbi con un post su Facebook. In sintesi, il discorso del primo cittadino, afferma che la città starebbe vivendo un momento di "crisi di crescita".
Il turismo infatti, e le politiche ad esso connesse, proprio negli ultimi decenni stanno mostrando tutto il loro potenziale, grazie anche ad una politica di marketing territoriale precisa e mirata ai target giusti. Questo ha fatto entrare l'area salentina nel mercato turistico nazionale e internazionale.
Per il sindaco infine occorre ancora tanto lavoro, questo certamente, ma l'Amministrazione, come informa il primo cittadino, è impegnata proprio nel risolvere i problemi sollevati dal sacerdote e dal critico d'arte.
Mentre Loredana Capone, assessore al turismo della Regione Puglia, riflette sul fatto che bisogna diversificare l'offerta turistica. Intervistata dall'emittente barese Telenorba, l'assessore ha sottolineato come essa stessa non creda nel turismo mordi e fuggi. "Non bisogna offrire solo la movida" - spiega - "tutto questo va unito con una integrazione dell'offerta culturale, che faccia conoscere al visitatore non solo gli aspetti culinari ma anche tutte le bellezze di cui il Salento e la Puglia sono piene. La Regione sta lavorando su questo" - conclude l'assessore.