Ieri è scaduto il bando per la ricerca di un advisor, indetto dalla società Arexpo, formata dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano e dalla fondazione Fiera Milano, che avrebbe dovuto prendere in gestione l'area di Expo 2015, l'esposizione universale in corso a Milano, e valutare nuove proposte o progetti per ridare vita alle strutture costruite impiegandole per eventi futuri, una volta che sarà terminata la fiera.

Il Comune di Milano ha annunciato che il 60% dell'area dovrà rimanere sul posto ed essere adibita a zona verde, mentre il restante 40% potrà essere riutilizzato.

Invece, strutture come il Palazzo Italia e il Centro per lo Sviluppo Sostenibile rimarranno anche dopo l'esposizione. Fin da subito il Politecnico di Milano si era proposto per ricoprire il ruolo di advisor, ma il bando è stato organizzato per reperire anche altre realtà interessate, ma l'esito verrà svelato solo nel mese di giugno. Il vincitore avrà il compito di analizzare quattro soluzioni ideali per il futuro di Expo, al termine dell'esposizione.

Ad oggi sono arrivate in maniera informale quattro proposte che riguardano altrettante istituzioni milanesi interessate a trasferire le loro proprietà all'interno dell'area di Expo 2015: l'Università Statale, ad esempio, potrebbe trasferire la propria sede.

Il Demanio potrebbe spostare le proprie strutture amministrative, l'associazione degli industriali, Assolombarda, vorrebbe sviluppare un intero polo hi-tech ed anche la Consob, Commissione nazionale per le società e la Borsa, sarebbe interessata a spostare gli uffici nell'area Expo 2015.

Il bando mette in palio un appalto da circa 90mila euro: i requisiti verranno valutati dalla società Arexpo, che poi gestirà al ribasso l'aggiudicazione con i diretti interessati.

I tempi sono stretti ed entro la fine dell'estate prossima le proposte presentate dovranno essere valutate per iniziare i nuovi sviluppi di tutto l'intero sito nel periodo 2016-2017, ma il problema principale rimane la reperibilità dei fondi per dare avvio ai lavori.