Fulminea quanto irriverente e graffiante l'Arte di Jean Michel Basquiat visibile al Mudec sino al 26 febbraio 2017 Sarà possibile ammirare le 140 opere in mostra curate da Jeffrey Deitch e Gianni Mercurio. L'esposizione ripercorre sia le vicende biografiche dell'artista che quelle della sua veloce carriera che lo porta dai lavori di artista di strada sino al successo con una importante mostra anche in Italia.

Il giovane, figlio di un haitiano, il contabile Gerard e di madre statunitense di origini portoricane, nasce con un innegabile talento per il disegno, stimolato anche dalla madre che lo conduce spesso in visita presso i più importanti musei di New York.

Presto però, pur studiando in una scuola riservata a giovani di talento ma con problemi di inserimento, inizierà a vagare per la città realizzando opere di graffitismo dove utilizza l'acronimo Samo (Same Old Shit- sempre la stessa m*rda). In mostra opere corrispondenti agli anni 1977-81, quando Basquiat inizia ad acquisire fama attraverso i suoi graffiti comparsi nelle strade di Soho e nel Lower East Side di New York, poi la seconda sezione con le opere che arrivano in Italia, per l'esattezza a Modena dove nel 1981 il gallerista Emilio Mazzoli organizza la prima esposizione personale di Basquiat .

Il successo di Basquiat

Interessante l'incontro con Wharol e con Madonna. Sarà Wharol a comprare le sue prime opere.

In mostra nell'ultima sezione il ritratto di Reagan, reso con l'occhio vuoto e labbra sottili.

Tutta l'opera di Basquiat è traversata dal senso di rabbia contro il razzismo , la violenza urbana e l'emarginazione, contro la smania di ricchezza che induce pochi a scalate irreversibili, ma che riduce molti alla miseria e alla povertà.

In mostra anche lavori realizzati su porte, assi di legno, materiali di risulta trovati per strada in un assemblaggio di disegni e parole, in uno stile rabbioso e ferocemente critico contro l'establishment, capace di usare anche le forme del sincretismo haitiano

Di grande impatto dunque una mostra che sa trasmettere nelle forme sincretiche, di cui era capace questo giovane, il senso di rabbia e di impotenza contro le dinamiche della società dei consumi all'interno di un sistema economico che permette l'arricchimento ai più spregiudicati o ai più furbi.

Una mostra quindi da non perdere anche perché collocata all'interno di uno dei più eclatanti musei della Milano industriale.