L’Italia come avrebbe potuto essere e non è stata. È una cavalcata amara nei vent’anni di storia che vanno dal 1984 al 2004 quella che propongono Andrea Scanzi e Giulio Casale con Il sogno di un’Italia, in scena mercoledì 11 Gennaio, alle ore 20,30, al Teatro Carcano di Milano. Con questo spettacolo Scanzi e Casale raccontano l’edonismo reaganiano degli anni Ottanta e il sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino degli anni Novanta, le fughe – anche dalla vita - di Marco Pantani, , la “macelleria messicana” del G8 a Genova, la comicità malinconica di Massimo Troisi, i trasformismi di governo, le promesse disattese ad Antonino Caponnetto, che con quell’aria mite e forte al tempo stesso rappresentava come pochi quel profumo di pulizia respirato a pieni polmoni, ma svanito troppo presto.

Tutti i dubbi e le anomalie dell'Italia che va

È la fotografia di un sogno a tratti diventato un incubo, il ricordo impietoso di vent’anni sprecati, che porta Scanzi e Casali a chiedersi perché spesso in Italia la norma sia eccezione e l’anomalia una regola. L'interrogativo mette in luce i limiti e i vizi di un paese che finisce sempre per attorcigliarsi su se stesso, in cui la politica rappresenta sempre meno, sostituita da quello che rimane del giornalismo libero e dalla parte migliore di letteratura, cinema, musica. E infatti il racconto si intreccia con le canzoni di Giorgio Gaber e Ivano Fossati, Edoardo Bennato e Francesco De Gregori, Franco Battiato e Jeff Buckley.

Il Sogno di un’Italia è intrattenimento intelligente che vuole suscitare indignazione, risvegliare coscienze sopite, scuotere un paese quasi rassegnato a sopportare senza sussulti di dignità.

Porta a riflettere anche sulle responsabilità di una generazione – quella dei quarantenni – che come altre voleva il cambiamento e si è ritrovata di fronte il solito paese gattopardesco, in cui tutto cambia per rimanere sempre uguale.

L’idea di fondo dello spettacolo è ben spiegata dal sottotitolo Vent’anni senza andare mai a tempo. Come se in questo periodo si fosse ascoltata una musica stonata, che con i suoi guitti di potere ha mandato in frantumi le aspettative di chi sperava che in Italia la norma potesse finalmente diventare la regola e l’anomalia l’eccezione. Lo spettacolo di Scanzi e Casale in fondo è dedicato a loro: a chi ci sperava e a chi - tutto sommato – ancora non si è arreso.