È una delle voci per eccellenza del rock. Peter Hammill, ex leader dei Van Der Graaf Generator, una delle band di rock progressivo più importanti degli anni ’70, torna a cantare a Milano il 14 novembre per un concerto alla Salumeria della Musica.

Cantante, ma anche pianista, chitarrista e autore, è stato con i Van Der Graaf Generator l’anima più dark e introspettiva del prog, protagonista di una delle stagioni più belle – forse la più bella – della musica rock. Un’epoca in cui si sperimentava, si cercavano nuove sonorità e anche album “difficili” come "H to He, Who am the only one" e “Pawn hearts” finivano ai vertici delle classifiche insieme a quelli di Pink Floyd, Genesis, Led Zeppelin, Yes. E scusate se è poco.

Da solista Hammill ha pubblicato molti album, alcuni di notevole spessore artistico, caratterizzati da una voce fuori dal comune in grado di spaziare da momenti introspettivi e melodici ad altri rabbiosi, quasi urlati. Tra i tanti, si possono citare "Fool's mate", “In camera”, “Over”, The future now” e “Patience”, quest’ultimo con il K Group.

Una musica in continua evoluzione

La musica di Hammill è progressive nel senso più letterale del termine, capace sempre di progredire, andare oltre gli schemi predefiniti e spaziare dalle sonorità elettroniche d’avanguardia a quelle classiche, dalla suite più complesse al rock più istintivo. Basti pensare che secondo alcuni il suo album "Nadir's Big Chance" del 1974 preannunciò per certi versi l'imminente avvento del punk.

Lo conferma il fatto che Johnny Rotten dei Sex Pistols lo citò come influenza musicale in un'intervista di tre anni dopo.

Molto amato in Italia (ha collaborato anche con Le Orme) nel 2004 Hammill ha ricevuto il Premio Tenco e nel 2006 il Conservatorio di Piacenza gli ha conferito – come al compianto Greg Lake - la laurea ad honorem.

Dopo essere sopravvissuto a un infarto ha riformato i Van Der Graaf Generator, con i quali si è esibito di nuovo nel nostro Paese con una formazione a tre dopo l’abbandono di David Jackson e un album dal titolo emblematico: Trisector.

L’appuntamento del 14 novembre è per tutti coloro che ancora amano la musica come forma d’arte e non di consumo, la voce non come esercizio fine a se stesso da talent show, ma capacità d’espressione in grado, come nel caso di Hammill, di portare l’anima sul palcoscenico. Con il risultato – non così scontato di questi tempi – di emozionare. Che poi, a voler vedere, è l’essenza stessa della musica.