Tutto avrebbe lasciato pensare ad una grande café racer. Non c'è dubbio. Una di quelle che sarebbe finita dritta dritta sui migliori siti internet del settore. Perché i meccanici ungheresi sono tipi tosti e se gli si porta un vecchio catorcio, possibilmente BMW, riescono davvero a fare i miracoli e a tirarne fuori un inaspettato capolavoro. Solo che questa volta, anche a detta di "The Bike Shed", hanno avuto ragione di una BMW e sono riusciti nell'impresa epica di farla passare in secondo piano. Fin qui nulla di strano penseranno in molti.

A pensare però che la R75/6 Huskymer - questo il nome della Scrambler firmata dal garage Mokka - come si capisce già dal nome sia composta per un buon 70-80 %, e forse anche più, proprio da una BMW R75/6, le cose si complicano non poco.

Come hanno fatto a far diventare quasi insignificante l'80% del patrimonio genetico di una Moto, tra l'altro un patrimonio BMW, su una scrambler/café racer? Sembra inconcepibile ma è bastato un serbatoio di un Husqvarna WR Husky del 1972. Non un serbatoio riverniciato o in ottimo stato. No. Un serbatoio con la vernice scrostata e con il colore che ne restava oramai opaco.

Ricapitoliamo. La serie R boxter raffreddata ad aria. Quella che domina il mondo delle café racer da anni. Affidabile, semplice. Telaio adattabile a qualunque volo pindarico della mente di un motociclista e con un serbatoio stiloso e solido.

Rispetto per la tradizione

L'unica risposta che sembra plausibile, persino agli esperti di The Bike Shed, è che il serbatoio di un'icona del motociclismo di sempre, come la Husqvarna WR Husky del 1972, non poteva e non doveva essere toccato.

A vederlo è di per sé un oggetto dotato di carisma. Chissà cosa avranno da raccontare quei graffi! Chissà quale buca ha fatto saltare il colore! E il proprietario? La sua storia?! Viene da pensare a mille cose. Ai vecchi giornali di moto nelle soffitte o nelle vecchie case di campagna.

Così tutto gira attorno al serbatoio.

Sì. I freni sono stati sostituiti. Ora l'impianto frenante è Brembo. E ci si ferma subito, senza problemi, basta premere forte la leva.

Un altro dettaglio - dettaglio solo per il mondo delle scrambler o delle café racer - fa apprezzare maggiormente il lavoro fatto alla Mokka Cycles, il motore. Non si sono limitati a dargli una ripulita.

Nuovi i pistoni, le fascette e molto altro. La Huskymer deve filare via veloce.

Il sellino si adatta al serbatoio…neanche a dirlo. Rispetto alla WR, lo scalino che li separa è maggiore. Anche qui è bastato rifarlo. Ruote tassellate e parafanghi in lega non stupiscono.

Originale il colore chiaro del telaio e la mascherina gialla sul fianchetto della moto. Come le vere moto da cross - scrambler in inglese - degli anni settanta. Anzi, esattamente come la Husqvarna WR Husky del 1972. Complimenti