Questo è il suo momento. Sebbene il salone Eicma di Milano sia stato dominato dalle café racer, qualcosa sta iniziando a muoversi in altre direzioni – vedi Husqvarna701 Vitpilen. Questo il caso dalla nuova Yamaha MT-10: potenza, agilità, sfrontatezza ed esasperazione delle linee. Non è un giocattolo, non ha un’estetica mirata a ragazzetti con l’ego ipertrofico, la MT-10 è una Moto. Una moto precisa e graffiante al limite di una stradale “ben vestita”.

Il DNA della YZF-R1

Non si tratta solo del Traction Control o della frizione anti-saltellamento delle più sofisticate.

No. Lei nasce da una costola della R1 e si vede in ogni particolare di questa moto. Il serbatoio contiene 17 llitri, il telaio compatto è leggero è stato ispirato dalla YZF-R1, la geometria del telaio è basata su un interasse incredibilmente corto 1400 mm che regala maneggevolezza e una facilità di guida impressionante -vedi Suzuki GSX-R1000 2016. All’anteriore due dischi flottanti di 320 mm, morsi da pinze con quattro pistoni: il tutto si traduce con una forza d’arresto esagerata e precisa. Al posteriore il disco è di 220 mm e a coordinare le due unità aiuta non poco l’ABS.

Il telaio è praticamente una piuma, un Deltabox accompagnato da una forcella lunga a capriata rovesciata in alluminio, e garantisce resistenza e rigidità.

Stabile sugli allunghi e agile tra le curve.

Il motore è un quattro cilindri di 998cc derivato dalla YZF-R1 e presenta importanti innovazioni in termini di scarico, alimentazione e aspirazione, che si traducono tutte in omogeneità di erogazione anche ai bassi e medi regimi. Gli scoppi irregolari del propulsore crossplane, a 180° - 90° - 180° - 270°, permettono una risposta pronta e un controllo chirurgico dell’erogazione.

La potenza si ferma a "soli 165 cavalli" ed è contenuta in 199 kg di peso.

In linea con la sorellastra maggiore, la YZF-R1, anche il sistema delle sospensioni: gli steli della forcella a cartuccia sono da 43 mm e del tutto regolabili e innovativi come l’ammortizzatore Monocross montato al retrotreno. Pur derivando queste ultime soluzioni dal mondo delle gare, oltre alle prestazioni, i tecnici Yamaha hanno garantito anche il comfort.

Le linee

L’aspetto non è certo sobrio e nessuno della casa di Iwata aveva in mente di fare in maniera diversa. Oltre ai numerosi spigoli, saltano all’occhio i cerchi fluorescenti di color giallo. Il resto della moto è avvolto da un grigio che, paradossalmente, esalta le caratteristiche vivaci del design; il doppio faro a LED esalta ancora il carattere eccessivo e forte di questa splendida MT-10, la posizione di guida è corsaiola e ribadisce il concetto: “Si va veloci”.

La strumentazione del quadrante ha un indicatore degli intervalli di tempo di cambiata ed è possibile regolarlo a seconda dello stile di guida del pilota. Il tachimetro digitale sembra quasi obbligatorio e fa il paio con le altre spie (contagiri a barre, spia carburante etc).