Le avevano tirate fuori tutte dal cilindro, la Honda RC213V-S, la Ducati Panigale 1299, la Yamaha YZF R1M, l’MV Agusta F4 RC e l’impressionante Kawasaki H2R. Mancava solo lei la regina, quella che nel lontano 1987 aveva dato inizio a un era, la Suzuki GSXR 1000 L7.

L’attesa è stata lunga, ma dopo 11 anni dell’uscita della K5 che vinse il mondiale Superbike con Troy Corser e una quindicina dalla prima K1. Alla Suzuki la definiscono come la più leggera, potente e maneggevole GSX-R che abbiano mai costruito e non c’è motivo per non credergli. Questa sesta generazione di GSX-R è anche quella dotata del maggior numero di accorgimenti elettronici con: controllo di trazione multi-mode, modalità guida, ABS, cambio quickshifter bidirezionale, acceleratore ride-by-wire, nuovo telaio e nuovo motore.

Nulla, eccetto nome ed esperienza, insomma, che provenisse dal modello precedente.

Caratteristiche tecniche

La nuova Moto è visivamente più compatta, tagliente e leggera. La Suzuki aggiunge anche che è drasticamente più aerodinamica. Il propulsore ha un volume di 999cc ed eroga ben 200 cavalli per 200 kg di peso. Il telaio è tutto in alluminio. La forcella è Showa e gli ammortizzatori sono BFRC. I livelli di controllo di trazione sono 10.

La vera sorpresa, secondo le alte sfere giapponesi, sarà il prezzo. Sebbene non ci sia ancora un prezzo ufficiale, infatti, da Hamamatsu ci tengono a far sapere che, rispetto alle rivali, il suo costo sarà più che abbordabile. In termini pratici, il prezzo dovrebbe aggirarsi attorno ai 16.000 euro e dovrebbe anche esserci una versione da circa 13.000 euro.

Nel video di presentazione, la Suzuki vuole guadagnarsi il titolo di “Re delle Sportbikes” – anche se a noi italiani preferiamo pensare alla regina – e sono determinati a farlo a modo loro. Il loro team di progettisti ha spinto per soluzioni ingegneristiche volte ad ottenere la sportbike perfetta, piuttosto che contare sull’elettronica per risolvere i problemi ingegneristici.

Questo stesso approccio ha portato la casa giapponese ad ottenere ottimi risultati nel mondiale appena conclusosi. Sebbene l’elettronica non sia assente, anzi, al contrario, non se n’era mai vista tanta. Tra i vari sofisticati sistemi elettronici manca, rispetto alle colleghe, l’unità di misurazione inerziale Bosch (IMU), ma i signori della Suzuki assicurano: Il pilota non ne avrà bisogno!

Valvole a regolazione variabile

Mentre il motore è interamente nuovo, il cambiamento più radicale riguarda l’introduzione delle valvole a regolazione variabile – le prime per una supersportiva di produzione. Delle sfere d’acciaio sono posizionate in degli alloggi interni all’ingranaggio della camma e adiacenti al piano di guida. Senza entrare nel sofisticato meccanismo che sottendono questi dettagli, il risultato è quello di una perfetta sincronismo delle valvole a qualsiasi rpm, portando benefici nella risposta di potenza e coppia a tutti i regimi del motore. Dalla Superbike, il sistema di scarico Suzuki Tuning-Alpha (SET-A) e i sistemi di iniezione SUZUKI Top Feed Injector (S-TFI). Traducendo il tutto: Accelerazione potente e lineare in qualsiasi condizione.

La forcella anteriore è Showa - un’unità priva di cavi e sviluppata per le gare – ed è capace di adattarsi a diverse superfici e condizioni rispetto a una normale forcella. Quest’ultimo dettaglio probabilmente verrà sostituito da una forcella Showa convenzionale nella versione da 13.000 euro. A tenere sotto controllo il contenuto monobraccio posteriore ci pensa l’ultima versione delle sospensioni Balance Free Rear Cushion (BFRC) della Showa. Questa unità, totalmente regolabile è più leggera, efficiente e supercompatta delle versioni precedenti.