Toyota, la casa giapponese di auto, sta puntando molto sulla mobilità green già da qualche anno; basti pensare alle Prius o alle Auris Hybrid, che spopolano nelle città sopratutto tra i taxi. Lo scorso 11 novembre Toyota ha fatto registrare uno dei suoi tanti record, consegnando la milionesima Hybrid (auto ibrida che sfrutta sia il motore elettrico che quello benzina) in Europa, a già in precedenza, nel mese di agosto, aveva annunciato di aver superato, dal lancio della prima Prius nel 1997, gli 8 milioni di vendite nel mondo di veicoli Hybrid, Toyota e Lexus.
Secondo una nota diffusa dalla casa madre, queste vendite avrebbero contribuito a ridurre l'inquinamento atmosferico, abbattendo di oltre 58 milioni di tonnellate le emissioni di CO2.
Entro 2020 un hybrid per ogni modello
La gamma di Toyota prevede ben 14 modelli Full Hybrid - Yaris Hybrid, Prius, Prius+, Prius Plug-in, Auris Hybrid, Auris Hybrid Touring Sports, GS Hybrid, Camry Hybrid, CT Hybrid, IS Hybrid, LS Hybrid, RX Hybrid (2 e 4 ruote motrici) ed NX Hybrid – rappresentando ben il 23% delle vendite. I modelli Hybrid commercializzati in Italia sono 11, raggiungendo il 35% di produzione. La sfida di Toyota proseguirà anche attraverso la commercializzazione in Europa di nuovi modelli Hybrid, come il nuovo RAV4 a gennaio 2016, arrivando a raggiungere, così come si è prefissata, l'obiettivo di introdurre un modello Hybrid in ogni segmento, entro il 2020.
Le sfide Toyota per il 2020 e 2050
2020 è un numero molto caro agli ambientalisti; all'interno di Europa 2020 - la strategia decennale per la crescita e l'occupazione dettata dalla CE – il tema centrale rimane una crescita sostenibile, e l'uso efficiente delle risorse. All'interno di questo quadro, Toyota e Lexus mirano a considerare, proprio entro il 2020, l’ibrido sempre più centrale nelle politica aziendale, intendendo distribuire 15 milioni di vetture Hybrid nel mondo.
Le sfide di Toyota non si fermano qui: per il 2050, la casa giapponese punta a ridurre la media globale delle emissioni di anidride carbonica del 90%, e ad azzerare le emissioni di CO2 derivanti dal ciclo di vita della vettura. Ultimo, ma non ultimo, occhio di riguardo sarà posto agli impianti di produzione, con l'intento di raggiungere, entro la metà del secolo, emissioni zero.