Il 18 dicembre 1976 nacque ad Arese la dimora di una delle collezioni di automobili più prestigiose che siano state realizzate in italia: le Alfa Romeo. Dopo saltuarie brevi sistemazioni in locali per nulla idonei fu quella l'occasione che vide assegnare il giusto posto a vetture che avevano fatto la storia dell'automobilismo italiano. Ebbe così vita il Museo Alfa Romeo sito, tra l'altro, proprio nei pressi dello stabilimento che diede alla luce le intramontabili Giulia e Alfetta ancora in produzione in quello stesso periodo.
Dopo una lunga ristrutturazione dei locali, conclusasi recentemente, il Museo ha riaperto le porte al pubblico lo scorso 18 dicembre, per un solo giorno, in occasione di un evento davvero importante:
Il 40° anniversario
Il direttivo del Museo ha gestito in maniera eccellente la sicurezza delle vetture esposte durante tutta la giornata di apertura.
I numerosissimi visitatori hanno così potuto ammirare da vicino l'intera collezione in tutto il suo splendore.
Le auto sono state messe completamente a nudo, tutte le portiere, i bagagliai e i cofani erano aperti, il che ha consentito di poter esplorare dettagliatamente le autovetture anche nei minimi particolari, con la presenza di varie guide al seguito dei visitatori che hanno risposto alle varie domande e descritto ogni caratteristica tecnica e storica delle vetture.
Il propulsore 3.0 V6 Busso è stato probabilmente l'oggetto più apprezzato dai giovani, mentre i più nostalgici e avanti d'età sono rimasti affascinati alla vista della concept Carabo Gandini che negli anni 60 fu pioniera di un avveniristico design utilizzato poi sulle vetture concepite 10 anni piu tardi.
La vera chicca però, in puro cuore sportivo, é stato il reparto dedicato alle vetture da competizione con in esposizione la P2 di Jano (vincitrice del Campionato Mondiale), la Tubolare Zagato, le 8C Monza e Le Mans, la 164 ProCar, la Disco Volante e la 155 DTM, assieme a tantissimi altri capolavori di progettisti d'altri tempi.
Un Compleanno in pieno stile Alfa Romeo alla quale auguriamo infiniti altri giorni come questo.