Dopo lo scandalo del DieselGate, nuovi guai per l’immagine delle case automobilistiche tedesche Volkswagen, Bmw e Daimler accusate, questa volta, di aver utilizzato degli animali, nel caso specifico scimmie, per i test sugli effetti dei gas di scarico. La notizia è stata rivelata dal quotidiano New York Times che ha riportato quanto emerso nel corso delle udienze del processo sui motori truccati della Volkswagen, circostanza che ha evidenziato, inoltre, un collegamento tra le due vicende dal momento che i motori utilizzati per i test dei gas di scarico erano gli stessi per i quali i test i rapporti sulle emissioni inquinanti erano stati truccati.
Come avveniva il test dei gas di scarico sulle scimmie
Secondo quanto emerso dall’inchiesta pubblicata dal New York Times, successivamente ripresa dalla Bild in Germania, i test del gas di scarico sulle scimmie sono stati effettuati nel 2015 in un laboratorio di Albuquerque, nello stato americano del New Mexico, nell’ambito di un progetto cofinanziato da Volkswagen, Bmw e Daimler che aveva lo scopo di dimostrare l’infondatezza dell’allarme lanciato nel 2012 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità secondo la quale i gas di scarico delle automobili sono cancerogeni.
Il dossier diffuso dal New York Times contiene anche una dettagliata descrizione del protocollo utilizzato per gli esperimenti, nel corso dei quali le scimmie, 10 esemplari di macachi a coda lunga, erano stati rinchiusi un una vetrina nella quale venivano immessi i gas di scarico provenienti dal un motore Maggiolino, uno di quelli i cui valori della nocività dei gas di scarico erano stati truccati al ribasso.
Durante le quattro ore di durata del test, gli animali erano tenuti tranquilli con la proiezione di cartoni animati.
Ulteriore materiale sull’inquietante vicenda è stato poi scovato dalla Bild tedesca, seconda la quale era stata presa anche in considerazione la possibilità, fortunatamente rimasta sulla carta, di sottoporre agli stessi test sui gas di scarico anche cavie umane.
Le scuse della Volkswagen
La vicenda, ovviamente, sta creando notevole imbarazzo alle case automobilistiche coinvolte che stanno ancora cercando di recuperare, soprattutto sul mercato americano, l’immagine macchiata dallo scandalo del DieselGate. Di fronte alle proteste suscitate dallo scandalo sull’utilizzo di animali come cavie per i test sui gas di scarico sono state, quindi, immediate le prese di distanza da parte dei vertici delle tre aziende tedesche.
Per conto della Volkswagen è stato lo stesso Stephan Weil, presidente della Bassa Sassonia e maggiore azionista del gruppo, a parlare di una procedura ‘assurda e nauseabonda’, chiedendo scusa per l’errore e prendendo le distanze da ogni tipo di sperimentazione sugli animali. Analoghe parole di condanna sono contenute nei comunicati diramati da Bmw e Daimler, gli altri marchi tedeschi coinvolti nel nuovo scandalo.