Si procede con tutti gli accertamenti del caso dopo il grave incidente accaduto in Arizona durante un test Uber di guida autonoma. Gli investigatori hanno dato una prima serie di riscontri che sembrano ridurre le responsabilità della Volvo XC90 guidata dall'intelligenza artificiale che ha travolto e ucciso un pedone. Secondo le ricostruzioni fornite, era notte quando il suv svedese acquisito da Uber per creare una flotta di taxi a guida autonoma viaggiava a circa 70 chilometri orari in una strada di Temple, città di circa 200 mila abitanti. Le condizioni meteo erano buone, quelle del manto stradale ottimale, la carreggiata è ampia e sgombera, il traffico assente, l'illuminazione notturna affidata a una calda luce arancione proveniente dai pali a margine della strada, i proiettori hi tech dell'auto svedese pienamente funzionanti.

Il suv Volvo, lungo quasi 5 metri, largo più di 2 e con un peso totale sopra i 2.500 kg, procedeva con il sistema a guida autonoma inserito, quindi il tester, la scienziata Rafaela Vasquez, non teneva le mani sul volante e non azionava i pedali, in accordo con le mansioni da svolgere.

Nessun segno di frenata in modalità driveless

Secondo la polizia di Temple, la malcapitata è una ciclista di nome Elaine Herzeberg. In quel momento era con la bici ma non in sella, poiché procedeva a piedi ed era intenta ad attraversare la strada con la bici al suo fianco. Un attraversamento che dev'essere stato repentino secondo gli investigatori, perché dalla telemetria e dall'abbondante mole di dati messi a disposizione dalle videoregistrazioni e i sensori della Uber Volvo, il sistema computerizzato non ha nemmeno avuto il tempo di azionare il comando del freno.

Probabile dunque che la donna sia sbucata al'improvviso e che gli evoluti sistemi di bordo del suv, dal pedestrian detenction al brake assist system, si siano rivelati inutili.

Contraccolpi in Borsa per Uber, ma i test restano sospesi

Se questi primi rilevamenti sembrano comunicare il verdetto che la Volvo XC90 Uber a guida autonoma non poteva fare miracoli, l'atteggiamento di Uber resta assai prudente, perché la notizia di una morte durante i test resta uno shock dal quale appare difficile riprendersi.

I test Uber su questa nuova tecnologia restano dunque sospesi in tutte le località degli Stati Uniti. Uber ha anche da sciogliere il nodo di come gestire l'accordo industriale con la cinese Geely, fornitrice dei 25.000 suv Volvo richiesti (Volvo è un brand di proprietà del costruttore cinese). In più, deve inevitabilmente patire alcuni scossoni a Wall Street, dov'è quotata, anche se ad aumentare le turbolenze finanziare c'è il caso Cambridge Analytica che ha travolto Facebook, Twitter e tutti i titoli informatici.