Nel campo dei motori, la Guida autonoma è uno degli obiettivi che le case automobilistiche si sono prefissati da tempo; pian piano, infatti, sono stati inseriti dei dispositivi che permettessero all'uomo di retrocedere e di lasciare sempre più libertà d'azione alla macchina, la quale appunto agisce sulla base delle impostazioni di fabbrica. Ne è un esempio la frenata automatica di emergenza, introdotta in alcuni dei modelli di automobili più recenti col fine di evitare che piccole distrazioni umane potessero costare la vita al conducente e ai passeggeri.

Questa volta però Uber ha deciso di spingersi un po' più in avanti, cercando di costruire un'automobile dotata di guida autonoma, capace cioè di condurre i passeggeri a destinazione senza che sia necessaria la presenza di un guidatore.

Uber punta tutto sulla guida autonoma

Negli ultimi anni Uber è stata molte volte sotto i riflettori, soprattutto per il suo innovativo servizio automobilistico che ha fatto storcere il naso ai tassisti di tutto il mondo. Ultimamente però si è parlato della nota società anche per un progetto alquanto unico, ossia creare una vettura con la guida autonoma. Così Uber ha deciso di puntare tutto sulla tecnologia applicata al settore automobilistico, mettendo a punto dei veicoli perfettamente automatizzati.

Per fare ciò, ha anche acquisito una partnership con Volvo ed Otto, una promettente start-up che si occupa della progettazione di dispositivi per la conduzione automatica dei camion.

Sono nate dunque le prime automobili robotizzate, che sono state testate a Pittsburgh: in un primo momento i test sono stati effettuati con del personale qualificato a bordo, in maniera tale da raccogliere quante più informazioni possibili sull'efficienza della guida automatica.

Il funzionamento di tali veicoli si basa prevalentemente sull'utilizzo di un laser che, captando velocemente le informazioni, è in grado di mappare e di rendere tridimensionale tutto ciò che circonda l'auto in quel determinato momento. Successivamente, il computer di bordo elabora i dati e, combinandoli con quelli ottenuti dalle telecamere, riesce a seguire un itinerario fornito dal GPS: il tutto avviene senza che l'uomo intervenga in alcuna maniera.

Incidente mortale causato dalla guida autonoma di Uber

Nonostante il progetto Uber sembrasse piuttosto promettente, nelle scorse ore si è verificato il peggior incubo che le case automobilistiche possano avere: in Arizona, una donna è stata investita da un'auto a guida autonoma. A bordo della XC90 era presente un pilota, ma a quanto pare la sua presenza non è servita a bloccare il veicolo in tempo; in quel momento infatti una donna stava attraversando la strada ed è stata brutalmente travolta. Quanto accaduto nella notte di lunedì 19 Marzo 2018 ha creato un enorme polverone per due motivazioni ben precise: la prima riguarda ovviamente la mancata efficienza del pilota, il quale non è stato in grado di evitare la tragedia; la seconda, invece, fa riferimento al fatto che poche settimane prima il governatore dell'Arizona aveva dato il via libera alle sperimentazioni sulle strade pubbliche.

Ovviamente l'incidente stradale non ha fatto vedere di buon occhio la decisione presa da Doug Ducey, soprattutto in virtù del fatto che non è stato un caso isolato: il 24 marzo 2017, un'altra auto Uber aveva causato un grave sinistro a Tempe, sempre in Arizona, fortunatamente senza vittime.

Guida autonoma: l'Italia autorizza le sperimentazioni

Ciò che è successo in Arizona per via della guida autonoma di Uber ha fatto sì che l'attenzione mondiale venisse concentrata sui test ad essa collegati. La gravità dell'incidente, però, ha fatto prendere alla nota azienda la decisione di sospenderli e di collaborare con le indagini che intanto sono state aperte dalle autorità locali. Al contrario, l'Italia si è mostrata a favore della tecnologia applicata al settore automobilistico ed ha preso la decisione di autorizzare le sperimentazioni su strada dei veicoli automatizzati.

Così il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio ha firmato il Decreto ministeriale Smart Road, contenuto all'interno della Legge di Bilancio 2018, dando il via ad una nuova era. Tali autorizzazioni possono essere richieste solo da particolari soggetti, come case automobilistiche che progettano veicoli a guida autonoma, da enti pubblici e privati di ricerca ed infine dalle università. Accanto a ciò, sono stati previsti anche degli interventi che saranno attuati entro il 2025, volti a rendere più digitale la guida: ad esempio, verranno installati dei dispositivi in grado di fornire informazioni sul traffico e di intervenire sulle velocità medie delle auto.