Una vera e propria stangata quella subita dal bollo auto in Italia che, negli ultimi anni ha visto un aumento del 20%. E’ quello che emerge da una ricerca di Uecoop, l’unione europea delle cooperative, basata sui dati Istat relativi ai consumi degli italiani.

Aumenti, quindi, che sembrano giustificare l’avversione degli automobilisti verso questa tassa, in attesa di novità sempre annunciate ma mai realizzate, come l’ultima proposta di una tassa europea basata sul grado di inquinamento delle autovetture. Anche l’ultima legge di Bilancio delude le aspettative in merito, riservando al bollo auto la sola novità della possibilità di condono per la annualità non pagate tra il 2000 e il 2010.

Aumenti bollo auto, il 20% in cinque anni

Analizzati nel dettaglio, i dati raccolti dalla ricerca di Uecoop rivelano che nel periodo dal 2013 al 2017 il bollo auto ha subito in Italia aumenti complessivi pari al 19,8%. Ma non è stato questo l’unico aggravio per gli automobilisti italiani che continuano a scontare, insieme a Grecia e Olanda, il prezzo dei carburati più alto in Europa. Nel complesso, le Tasse collegate alla macchina pagate dagli italiani sono cresciute per un importo pari a 171,6 milioni l‘anno, raggiungendo nel 2017 la somma di 5,2 miliardi di euro. Aumenti che non hanno risparmiato neppure le imprese che hanno visto crescere le tasse sulle auto dell’11,3%.

Per quanto riguarda il futuro del bollo auto, non si può neanche dire di essere ottimisti, dal momento che le ultime novità in merito sembrano andare verso l’imposizione di un modello di bollo europeo basato sul grado di inquinamento degli autoveicoli.

Una possibilità che porrebbe molti automobilisti (e piccole aziende) di fronte all’alternativa tra una nuova stangata sul bollo auto per le autovetture più vecchie e l’acquisto di mezzi con motori meno inquinanti.

Bollo europeo: ulteriori aumenti per i veicoli più inquinanti

Nei mesi scorsi, infatti, la commissione Trasporti del Parlamento europeo ha presentato una proposta per rendere la tassa automobilistica uguale per tutti i Paesi comunitari.

Tale proposta prevede il calcolo del bolo auto basato sui chilometri mediamente percorsi in un anno e il livello di inquinamento dell’autovettura. In pratica, chi usa di più la macchina e circola con motorizzazioni più antiquate, ad esempio Euro 3 o Euro 4, dovrebbe pagare di meno rispetto a chi guida una vettura con motorizzazione rispondenti ai più recenti e restrittivi standard e con percorrenze limitate.

Una novità che, se tutto va bene, non dovrebbe entrare in vigore prima del 2023, vista la difficoltà di uniformare le legislazioni di tutti gli Stati membri.

Intanto, l’unica buona notizia sul bollo auto arriva dalla legge di Stabilità che, con l’avvio della pace fiscale, consentirà ai “furbetti” di cancellare il debito relativo ai bolli non pagati dal 2000 al 2010.