E' finita nel sangue una rapina eseguita nel comune di Casal di Principe, dove un negoziante è stato prima avvicinato e poi ferito da un delinquente. Si tratta del titolare di un negozio cinese situato in Corso Umberto I che, domenica sera, in compagnia della moglie, dopo aver chiuso le serrande si è ritrovato un ladro alle spalle. Il delinquente ha prima intimato al commerciante, di origini asiatiche, di posare l'incasso della giornata e poi, quando questi si è ribellato, gli ha ferito la mano con un coltellaccio a serramanico. Solo quando il ferito e la consorte - vendendo il sangue - hanno iniziato ad urlare, il ladro è scappato facendo perdere le proprie tracce.

La coppia terrorizzata si è recata in ospedale. Giunti al nosocomio i sanitari hanno provveduto a curare con diversi punti di sutura la ferita. Il fatto è stato denunciato alle forze dell'ordine e sul caso adesso indagano i carabinieri di Casal di Principe. I militari dell'Arma in questi giorni hanno provveduto ad acquisire le immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza collocati nella zona dove è avvenuta la rapina. Secondo i carabinieri non è da escludere che dalle videoriprese possa emergere qualche volto già noto alle forze dell'ordine, non sono nuovi in tutta l'area infatti, episodi di questo genere.

I commercianti nel periodo di Natale hanno ancora più paura

Negli ultimi tempi sono aumentate considerevolmente le rapine ai danni dei commercianti.

I malviventi, probabilmente sicuri di trovare casse più ricche grazie agli acquisti natalizi, assaltano negozi ed esercizi commerciali di ogni sorta. Come se non bastasse, inoltre, quando non sono aggrediti dai ladri, gli esercenti devono comunque fare i conti con le rivendicazioni della criminalità organizzata che cerca di obbligarli al pagamento delle tangenti.

Purtroppo, il mese di dicembre è quello preferito dagli affiliati dei vari clan per la ricerca dei "regali di Natale" da destinare alle famiglie dei carcerati. Non è cosa nuova infatti, che le estorsioni nelle più disparate forme, dagli "acquisti obbligatori" dei gadget alle somme liquide versate agli emissari dei clan, servano a far mantenere uno stile di vita di un certo livello ai familiari dei boss, che per una questione di comodità e di "immagine" non vanno a lavorare.

A pagare le spese del singolo delinquente o dell'intera cosca sono sempre i negozianti, che soprattutto in Campania vivono anni davvero difficili, senza la protezione né dello Stato né tanto meno della camorra.