Nelle scorse ore Blasting News ha intervistato in esclusiva Nino Simeone, capolista della lista 'Napoli Libera', candidato al consiglio comunale di Napoli con Gaetano Manfredi Sindaco.

Tanti i temi toccati dal Consigliere in vista delle Elezioni: dall'Azienda unica per il trasporto pubblico allo Stadio "Diego Armando Maradona".

L'intervista a Nino Simeone

Consigliere, lei da sempre è al fianco dei lavoratori e più volte è intervenuto in merito al tema delle assunzioni tramite lavoro interinale all'interno delle aziende pubbliche del Comune di Napoli, precisando che occorrono concorsi pubblici per valorizzare la forza lavoro.

Ci spiega l'iter che il Comune dovrebbe intraprendere?

"La prima cosa da fare per il Comune di Napoli sarebbe utilizzare le agenzie interinali soltanto per esercizi straordinari e per i periodi stagionali particolari, ossia per tempi molto brevi. Invece è diventata prassi che le aziende assumano queste agenzie interinali ed è assurdo che abbiano questa prestazione d'opera. Con questo tipo di contratti, i ragazzi fanno 2-3 anni e poi vengono gettati via come delle marionette. Pur riconoscendo l'utilità di queste agenzie interinali, come nel periodo natalizio in cui c'è bisogno di maggior personale e attività di controllo, credo che abbia senso utilizzarle soltanto per un paio di mesi. Se invece i ragazzi vengono tenuti per alcuni anni e poi gettati via, non avranno futuro.

Poi diventeranno adulti e diventa difficile farli rientrare nel mondo del lavoro".

In merito al ruolo dei sindacati nelle decisioni da prendere sul presente e sul futuro delle aziende del Comune, è sempre dell'idea che sia cosa buona e giusta?

"Cosa fondamentale. Di tutte le scelte che faremo nei prossimi tempi -se i cittadini daranno a noi la responsabilità di risolvere qualche problema del trasporto pubblico, che è un progetto regionale-, i sindacati dei lavoratori devono essere presenti e assumersi le stesse responsabilità che si assume la Politica.

Ovviamente, la politica deve coinvolgerli, perché il sindacato rappresenta il lavoratore e può dare qualche buon consiglio su eventuali errori dell'Azienda unica. Non devono stare all'interno, ma devono contribuire a renderla il più efficiente possibile. Il progetto è importante dal punto di vista politico, per questo i sindacati devono essere coinvolti direttamente.

Non nella gestione, ma creando i criteri che tutelino i lavoratori e gli interessi dei cittadini".

Veniamo a un tema a lei molto caro, il trasporto pubblico. Ci dica tre buoni motivi per intraprendere la strada dell'Azienda unica del Trasporto unico

"L'Azienda unica nasce con l'intenzione di rendere più efficienti i servizi. Sa cosa vuol dire avere un'azienda che gestisce gomma e ferro nello stesso momento? La persona che deve andare dall'altra parte della città, può sapere con un servizio integrato come partire da Ponticelli per arrivare a Fuorigrotta, prendendo un bus -avendo la certezza che il suddetto bus sia in funzione- e arrivare nella sede della circumvesuviana o della metropolitana nel più breve tempo possibile.

Abbiamo tre aziende di trasporto pubblico che sopravvivono grazie ai fondi pubblici. Un altro motivo è legato ai costi: quanto costerebbe fare tre gare diverse per acquistare un litro di gasolio rispetto a fare un'unica gara per un numero più alto? C'è un abbattimento medio del 30-40% dei costi, che non deve incidere sui lavoratori, ma sulle casse dell'azienda. Come avviene anche nelle altre regioni e città italiane"

Per quanto riguarda la viabilità cittadina, qual è la sua proposta per evitare la congestione a cui i cittadini partenopei subiscono da sempre?

"L'informazione. La gente deve sapere dov'è il traffico, dove ci sono i cantieri aperti, il blocco dei veicoli. Chi conosce bene la città sa che ci sono 5-6 punti nevralgici: Centro Direzionale, Corso Vittorio Emanuele, Corso Umberto, via Marina, via Giulio Cesare, via Parthenope.

Perché non creare un'app ad hoc per avvisare istantaneamente dov'è il traffico? Ricordiamo che c'è ancora la questione della Galleria Vittoria chiusa, che sta creando un mare di problemi. Per fare 100 metri in città, la gente è costretta a fare tre km in tangenziale. Viabilità? Dovremmo cercare di aggiustare un po' di più le strade e chiudere il maggior numero possibile di cantieri"

Lei ha lavorato molto anche sulla questione Stadio Maradona, non solo in quanto amministratore, ma da tifoso. Ci spiega il lavoro svolto?

"La prima cosa che è stata fatta e per la quale vado orgoglioso, è aver intitolato lo stadio a Diego Armando Maradona. Sono uno dei primi che ha chiesto immediatamente l'intitolazione dello stadio.

Ed è una delle poche cose che De Magistris ha fatto bene, nel senso che mi ha ascoltato (ride, ndr). Poi c'è la questione dei lavori: siamo stati attenti e vigili, ormai è un vero stadio europeo. Le Universiadi sono state un'opportunità per sistemare tutto e offrire un minimo di servizio ai cittadini. Poi c'è la convenzione, ora si è chiarito una volta per tutte di chi è la competenza e la responsabilità della gestione dello stadio nel momento in cui ci gioca la Società Sportiva Calcio Napoli. E anche quando non gioca. Ricordo che lo stadio non è nostro o di De Laurentiis. Lo stadio è dei cittadini napoletani. Il campo dev'essere tutelato per il club. Ma è una struttura che può essere utilizzata anche per grandi eventi, bisogna valutare come organizzarne senza litigare com'è già accaduto in passato.

Non è possibile che il nostro è l'unico stadio dove non si possono fare manifestazioni di interesse nazionale e internazionale, perché altrimenti De Laurentiis si arrabbia. Con la convenzione si sono chiariti una serie di punti. E il club ha avuto la possibilità di saldare quei debiti che avevamo trovato nel tempo, perché non erano chiari gli impegni presi con l'amministrazione precedente".

Dopo tanti anni di politica attiva, la passione è sempre la stessa?

"La mia passione è sempre uguale, gli anni passano e si fanno sentire. Le prime campagne elettorali le affrontavo con scioltezza, mi divertivo. Adesso sono diventate abbastanza pesanti. Ma questo è fisiologico. Ecco perché dico sempre che la politica la devono fare i giovani.

Col dovuto rispetto per le persone più grandi di me, ma a una certa età bisognerebbe avere la coscienza di star lì e fare l'allenatore, mettere la squadra in campo. Perché per affrontare i problemi di questa città, ci vuole anche tanta salute. Posso garantire che chi ci mette il cuore e sputa sangue, se non avesse la salute avrebbe difficoltà a fare le cose. Questo non significa che chi sia in età avanzata non debba fare politica. La città dev'essere nelle mani di persone più o meno giovani che abbiano alle spalle questi "allenatori". Noi rispettiamo le loro scelte di chiunque sia sceso in campo, ma abbiamo una nostra idea".