Pressione fiscale, il bilancio

Le piccole attività commerciali oggi in Italia si trovano a sostenere un carico di imposte insostenibile, gli ultimi dati forniti indicano che un'attività commerciale, paga circa il 58% di tasse, una pressione fiscale che poi aumenta se nel conto aggiungiamo anche altre voci di spesa, come alcune piccole tasse locali non computate nel 58% e la spesa obbligatoria per ogni partita Iva del commercialista che pesa in media, a seconda del volume d'affari e dalla complessità della gestione contabile circa un 3/4% del fatturato annuo.

Conteggiando tutto, finiamo per superare il 60% del fatturato di una piccola attività che se ne va solamente per obblighi fiscali e burocratici.

Gli effetti del fisco sul piccolo commercio

Gli effetti di questo sistema fiscale sono sotto gli occhi di tutti, in Italia chiudono circa 1000 piccole attività al giorno. Un numero impressionante che nasconde dietro di sé una crisi dura da affrontare, una situazione sociale squassata da queste 1000 chiusure giornaliere che portano con se drammi familiari, depressione dei consumi, mancanza di prospettive per le centinaia di migliaia di persone che in queste piccole attività ci  lavoravano, gestendole con passione e sacrificio e che a fronte di una inevitabile chiusura per l'impossibilità di pagare il sovraccarico fiscale, si ritrovano catapultate in un mercato del lavoro che non accoglie più lavoratori né giovani né tanto meno di età più avanzata.

Tutto ciò avviene in una congiuntura di crisi economica globale, perciò molti dicono che è inevitabile, che purtroppo questo è il mercato globale; che le dinamiche generali non lasciano spazio a soluzioni diverse; che purtroppo la piccola attività se non riesce a stare al passo con i tempi, è costretta a chiudere; che oggi il mercato è in continua evoluzione e dunque anche le attività debbono continuamente evolversi e investire e se non sono capaci ovvio chiudono.

Tutto ciò può avere un senso ma dobbiamo chiederci poi perché in Italia vi sono aziende dalle dimensioni notevoli che ricevono puntualmente assistenzialismo e sgravi fiscali; perché in Italia si trovano i soldi per garantire stabilità alle banche, perché in Italia vi sono multinazionali che grazie a delocalizzazioni e altre manovre riescono a pagare lo 0,6% di tasse su fatturati miliardari; perché in Italia c'è un economia sommersa spesso illegale che sottrae miliardi di euro nel più completo anonimato senza essere davvero attaccata.

Perché in ultima analisi il cortocircuito economico di questo sistema che garantisce solo alcuni grandi interessi,  deve essere riversato sempre sulle spalle del piccolo commercio che, abbiamo visto, non ce la fa più e giorno dopo giorno chiude portandosi dietro drammi sociali e nei casi peggiori vittime, persone che per una vita hanno avuto la passione di costruire qualcosa di piccolo magari ma bello.