Il caos regna ancora sovrano al Vaticano, si avvicinano le dimissioni ufficiali di Papa Benedetto XVI, previste per le ore 20 del 28 febbraio 2013, il conclave dovrebbe riunirsi intorno alla metà di marzo per eleggere il nuovo Papa, ma un atto di "motu proprio" da parte di Ratzinger, potrebbe anticipare l'elezione, inoltre i 117 cardinali preposti al voto, sono diventati 116 e qualcuno sta lavorando per evitare di mandare al voto Mahony, sotto processo per copertura effettuata su 120 preti pedofili.
L'arcivescovo e cardinale di Los Angeles Roger Mahony, sabato deve rispondere all'accusa; nel frattempo un'organizzazione cattolica, la Catholics United, sta facendo di tutto per non permettergli di raggiungere il conclave e votare.
Altre organizzazioni si stanno mobilitando in tal senso, un prelato accusato da una delle vittime della pedofilia clericale, non ha il diritto di votare, ovviamente non c'è nessuna norma giuridica in Vaticano a sostenere questa tesi, ma è una forte rischiesta etico morale.
Il conclave dovrebbe essere composto da 117 cardinali ma potrebbe essere di 115, sicuramente per adesso è di 116, spieghiamo il perchè. Mahony non intende rinunciare al conclave e al voto per il nuovo Papa, un altro cardinale ha invece rinunciato, si tratta di Julius Riyadi Darmaatmadja, l'arcivescovo di Jakarta che diede le dimissioni dal suo incarico per le precarie condizioni di salute.
Per lo stesso motivo, afferma di non essere in grado di partecipare al voto del Conclave e dunque di parteciparvi, le faccende burocratiche, le discussioni con gli altri cardinali, tenendo conto del fatto che sarebbe troppo faticoso e che non ci vede bene, gli impedisce di contribuire alle elezioni del nuovo Papa, pur dispiaciuto, conferma la sua assenza.
Ma veniamo al mistero del "motu proprio", si tratta di un'esercizio di potere di cui può usufruire Papa Benedetto XVI, e che porterebbe ad anticipare i tempi del conclave da parte dei cardinali. Questo atto, Papa Ratzinger sembra proprio deciso ad attuarlo, si dovrebbe apportare un'aggiunta alla legge in vigore, praticamente una modifica alla costituzione, con la quale si precisa quello che si deve fare in caso di dimissioni, cioè avviare gli atti da parte dei cardinali per la riunione del conclave e conseguente elezione più celere di un nuovo Papa.