Pierluigi Bersani non è riuscito a formulare una concreta e realistica proposta per il governo del paese dopo aver ricevuto dal Presidente della Repubblica l'incarico di formare il nuovo governo, e allora che fa? Organizza, per sabato 13 aprile, una manifestazione "contro la povertà e per il governo del cambiamento", nella periferia di Roma per attirare consensi dai quartieri poveri della Capitale.
Ma che senso ha una manifestazione contro la povertà in un momento di crisi economica così grave, in cuisono di tutt'altro tipo le iniziative politiche che i cittadini italiani in difficoltà si aspettano? Eppure un senso è facile da dargli.
Proviamo per un attimo a pensare che, nonostante tutti i partiti dicano di volere che venga formato al più presto un governo per dare risposte concrete ai problemi economici che stanno investendo milioni di italiani, in realtà, tutti, si preparano a nuove e ravvicinate elezioni.
Quello che interessa ora principalmente i due partiti che, a turno, hanno governato in questo Paese nell'ultimo ventennio, PD e PDL, è la nomina del nuovo Capo dello Stato le cui votazioni prenderanno il via dal prossimo 18 aprile a camere riunite. Questo è anche il motivo dell'incontro avvenuto ieri tra Berlusconi e Bersani, raggiungere un accordo comune sul nome da designare alla massima carica dello Stato.
Solo il nuovo Presidente della Repubblica avrà infatti la facoltà di sciogliere le camere e indire nuove Elezioni politiche, e successivamente assegnare l'incarico per la formazione di un nuovo governo.
Ecco quindi la logica di questa manifestazione di piazza organizzata dal PD e che risponde ad un'altra manifestazione che si svolge, in pari data, a Bari organizzata da Silvio Berlusconi con il suo PDL