Ogni città ha una via o una piazza Garibaldi, Mazzini, Cavour… il Risorgimento mette d'accordo tutti. Sui santi non si discute e nemmeno sugli eroi, sui navigatori, sugli artisti, sui condottieri, sui papi e sugli imperatori romani. Persino Nerone si è guadagnato una via ad Anzio.
Poi vi sono le dediche a regioni, città, fiumi, valli, monti e vulcani d'Italia. Contrasti e polemiche iniziano quando si vuol dedicare una via, ad esempio, a Palmiro Togliatti. Ce n'è una a Roma, zona Cinecittà. Via Stalin esiste solo nella fantasia di Guareschi, nel paese di Peppone e Don Camillo.
Via Hitler non è proponibile, nemmeno per scherzo. Su "via Bettino Craxi" si discute ancora, Per "via mani pulite" forse è prematuro. Però sarebbe curioso che le strade fossero vicine, magari nei pressi del Tribunale.
Quando le dediche classiche sono esaurite bisogna ricorrere alla fantasia, ai ricordi scolastici, con risultati che confermano lo sforzo di immaginazione. A Milano, via Spartaco (gladiatore), a Roma via Muzio Scevola, in provincia di Napoli, via Ercole, a Catania, via Fortuna (dea bendata?).
Poi ci sono gli spazi dedicati ai mercati, con le tipiche piazze delle erbe e della frutta. Lo stradario accende anche le iniziative di vandali e burloni. A Milano c'è una via dedicata a un patriota, Azzo Carbonera.
Da anni i ragazzini disegnano una "c" davanti al nome. Ogni tanto il comune manda un incaricato a cancellare la scritta e rimettere a posto la targa. Si poteva intitolarla ad A. Carbonera? Forse no. Viene da chiedersi se non fosse stato meglio identificare le strade con dei numeri, saltando ovviamente "via 13" e "via 17".