Partiamo dal chiarire che l'umore non è un'emozione, per due motivi molto semplici: dura più a lungo, anche giorni, a differenza delle emozioni che si consumano in una manciata di secondi o poco più; almeno che non sia travolgente e persistente, l'umore non è influenzato dall'ambiente esterno, da quello che ci circonda.
Ovviamente, sia l'uomo che la donna devono conviverci continuamente, per tutta la vita. Ma questa convivenza non è uguale nei due sessi.
Per la donna l'umore è una persona che deve riflettere, imitare nel più piccolo dettaglio.
Per l'uomo invece è una situazione da gestire intimamente. Ma non stiamo parlando di un alter ego, di uno sdoppiamento di personalità. Diciamo che la donna personifica l'umore in un aspetto. E se prima questo aspetto non lo cura entra in conflitto con se stessa.
Per spiegare meglio questa convivenza immaginate uno specchio che non riflette noi che ci mettiamo di fronte, ma noi stessi come dobbiamo essere prima di uscire. Quindi se lo specchio ci riflette con un cappello sul capo, allora noi andiamo a mettercelo su, affinché possiamo realmente riflettere l'immagine dello specchio e non il contrario.
Ecco la donna, sostanzialmente, convive così con il suo umore: quest'ultimo ha un aspetto e va curato ogni volta che cambia e, anche se ritorna come prima, va mostrato.
Diverso.
A volte ci sembra di vedere una nostra amica incoerente, poco chiara nella sua stessa vita, ed invece lei, inconsciamente, ha le idee chiare ed è molto coerente. La nostra amica cura il suo umore di continuo, riflettendone l'aspetto.