Esiste una strana idea nella mente dei politici nostrani, ossia che il popolo sovrano voglia apporre sulla scheda elettorale una delega in bianco rispetto alle azioni che essi nel corso della propria attività politica sono chiamati a svolgere. Beh! così non è e proprio la voglia d'informazione, di proposta, di azione che ha sempre caratterizzato i cittadini del Bel Paese è dimostrata da tante situazioni che sono sotto agli occhi dei connazionali.

Mi viene in mente e sarebbe facile menzionare la costante aria di protesta che c'è in giro da un po' di tempo in Italia quando si parla di tasse.

Il fattore positivo di questa situazione è che non si tratta di gruppi organizzati magari dai partiti di opposizione, che comunque svolgono un'azione quanto mai contigua a quelli di governo seppur coi dovuti distinguo, ma si tratta di gente che verifica sulla propria pelle le difficoltà di vita, e si organizza come hanno fatto gli operai della Bridgestone a Bari, della FIAT a Melfi e Termini Imerese, quelli della Electolux di Porcia, i dipendenti delle ex CCR di Puglia, ecc..., che difficilmente hanno trovato eco delle parti sociali o dei partiti.

Naturalmente questa situazione si manifesta sul modus vivendi di giovani e famiglie che aggravate da una crisi oserei dire (ma non sono l'unico) strutturale dell'economia nazionale, non si riescono ad avere risposte convincenti dalla politica.

Infatti il 42,7% dei giovani fino ai 25 anni è disoccupato, deve per forza di cose cercare terreno fertile anche all'estero, dando luogo ad una migrazione di forze e cervelli mai avvenuta prima.

Così come hanno capito di dover fare da tempo le Pmi nazionali, oggi più che mai in grado di sfruttare il mercato continentale e quello dei paesi emergenti, e non quello interno,  dando origine ad un miglioramento al proprio indice di fiducia, se è vero com'è vero che in un anno si portato da quota 83,8 a quota 86,8.

Quasi a voler esaltare questo dato sulle imprese registrato dall'Istat, le famiglie hanno fatto registrare un miglioramento degli indici del consumatore che va dal 96,4 di gennaio al 98 di gennaio, grazie anche al fatto che le retribuzioni sono aumentate dell'1,3% rispetto al 2012, il che in un periodo di bassa inflazione è un dato appena accettabile.

Naturalmente le imprese "tirano la carretta" aumentando il fatturato dello 0,4%, a fronte di un aumento degli ordinativi del 3%.

Troppo poco questo dato se magari posto in similitudine col fatturato e i relativi utili del più importante gruppo industriale nazionale, la Fiat. E' un discorso da tener fuori in questo momento, certo i segnali che questa vicenda dà sono tutt'altro che positivi, secondo la proprietà oggi un ingegnere o un operaio metalmeccanico deve ambire più al raggiungimento di Detroit che Torino, un ingegnere finanziario deve saper sviluppare la propria attività più ad Amsterdam, Londra, Wall Street, che Milano. Perchè? Per '"Internazionalizzare"? No per le tasse che l'Italia regala a tutti coloro che fanno impresa, dai più piccoli a salire. Merci!