L'ultima presa di posizione anti-tecnologica da parte delle autorità calcistiche italiane arriva da Marcello Nicchi, presidente dell'Associazione italiana arbitri.

Come riporta l'Ansa, Nicchi ha dichiarato: "Sulla moviola, io ho un'idea molto chiara: se domani dovesse arrivare la moviola in campo, allora potremmo cominciare a dire che questo sport è finito. Il compito nostro è di far rispettare le regole ma, sull'introduzione dei sistemi elettronici in campo, mi sorgono non pochi quesiti".

Nicchi ha aggiunto: "Se vogliamo cambiare il calcio diamogli un altro nome".

Si potrebbe quindi iniziare a pensare al nuovo nome. Per esempio "calcio corretto", "calcio equo", "calcio un po' più lontano dai condizionamenti di ogni genere".

Perché è piuttosto evidente che la posizione di Nicchi e del calcio è del tutto anacronistica: vari tipi di instant replay sono stati introdotti in quasi tutti gli sport di alto livello, dal basket al tennis, dal football americano al baseball, fino a sport perfino più tradizionali del calcio, come il rugby o il cricket, senza che l'essenza dello sport ne fosse minimamente intaccata.

O forse non si deve chiamare sport l'atletica leggera? Perché è chiaro che l'instant replay è fondamentale per esempio nelle gare di velocità: lo si chiama "fotofinish", ma è sostanzialmente il fermo immagine del momento fondamentale di ogni gara.

L'introduzione del fotofinish ha danneggiato l'atletica leggera? Si può provare a chiedere a chi ha vinto una medaglia d'oro grazie al fotofinish.

L'instant replay dovrebbe essere introdotto, così come una rilevazione automatica del gol per evitare i famosi e dibattutissimi casi di gol/non gol che occupano le pagine dei giornali per giorni.

Così come il tempo effettivo: ma perché soltanto il calcio deve lasciare alla discrezionalità dell'arbitro quanto si deve giocare? C'è una ragione sensata al mondo?

Introdurre la tecnologia nel calcio vorrebbe dire semplicemente aiutare gli arbitri, sollevare dalla loro testa gran parte delle contestazioni, accuse e insulti che su tutti i campi ricevono ogni maledetta domenica (e mercoledì, sabato e martedì).



Arroccarsi come fa Nicchi, insieme a numerosi altri caporali del calcio (a partire dalla scelta lessicale "moviola", che fa tanto anni Sessanta) significa essere rimasti a Bettega, Pulici e Pruzzo, al 45 giri e alla Lambretta.

Ma non è soltanto una questione di folklore: un calcio tecnologico è un calcio meno controllabile, più giusto, meno condizionato dai soliti noti, meno rimescolabile ad arte per far vincere più o meno sempre gli stessi. E questo piccolo fatto può suscitare qualche fastidio. Forse è questo calcio che dovrebbe cambiare nome: chiamiamolo "calcio finto", e chiudiamola lì.