Il libro digitale sta prendendo sempre più piede nella nostra cultura, anche se in Italia, rispetto ad altri Paesi europei, il mercato è ancora agli inizi. Le positività del supporto digitale derivano dalla sua praticità; gli ebook sono facilmente reperibili tramite Internet, hanno costi meno elevati, i dispositivi di supporto sono leggeri e raccolgono una gran quantità di titoli. Anche per gli studenti, viene eliminato parzialmente il problema del peso delle cartelle.
Ma un vero libro, almeno per i nostalgici, non è sostituibile: l'odore della carta, lo scorrere delle pagine, il fascino e le emozioni che si provano nel muoversi tra i caratteri delle parole, sono qualità specifiche che un freddo congegno tecnologico non è assolutamente in grado di rimpiazzare.
Esplicative, a tal proposito, le parole di Umberto Eco a riguardo: "I Libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Son fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in barca, anche là dove non ci sono spine elettriche… possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra… stanno in tasca, si sciupano, assumono una fisionomia individuale a seconda dell'intensità e regolarità delle nostre letture".
Pur se richiamati dal fascino del libro, ormai però non riusciamo più a fare a meno della rapidità dell'impatto digitale nella nostra vita. Con Internet, basta un clic e la ricerca diventa immediata, la nostra curiosità viene soddisfatta all'istante.
L'ideale è, quindi, mantenere una pacifica convivenza tra digitale e cartaceo.
D'altronde, che sia in forma digitale o che sia in cartaceo, il testo rimane quello; il supporto può essere importante, ma quel che è maggiormente importante è il concetto che entrambi, sia il cartaceo, sia il digitale, sono in grado di esprimere in ugual misura.
Hermann Hesse, non prevedendo assolutamente l'arrivo dei moderni sistemi di lettura, dichiarò: "Quanto più, col passare del tempo, talune esigenze di divertimento e di istruzione di massa potranno essere soddisfatte mediante altre invenzioni, tanto più il libro riacquisterà dignità e autorità" ( Hermann Hesse, Scritti letterari I, 1972 - postumo).
Dal momento che, secondo gli ultimi dati Istat, oltre un italiano su due non ha letto neanche un libro nell'ultimo anno e uno su due non legge neanche un quotidiano a settimana (Rapporto Istat "Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo"), dobbiamo chiederci se il problema sia il supporto o una cattiva educazione radicata nel nostro Paese, un disinteresse culturale che sta prendendo piede sempre di più.
Un rimedio potrebbe essere quello di inculcare l'interesse della lettura ai bambini, fin da piccoli, leggendo loro le fiabe, coinvolgendoli gradatamente nei nostri progetti culturali. Anche la scuola, tra i vari impegni, dovrebbe focalizzare una maggiore attenzione sulla diffusione della lettura.
Perché lettura è cultura e cultura crea sapere, quindi benessere interiore e sociale.
Il testo narrativo comporta sforzo di immaginazione, ma in una società tumulto di immagini, si sta completamente perdendo questa caratteristica; dobbiamo ritrovare il piacere di immaginare ad occhi chiusi, di creare colori e sfumature, odore e sensazioni tramite i caratteri neri di una pagina bianca, a prescindere dal suo supporto.