Negli ultimi anni di crisi finanziaria ed economica i pensionati in Italia sono stati tra le categorie più penalizzate. C'è stata infatti una forte perdita del potere d'acquisto a fronte Pensioni mensili erogate che nella maggioranza dei casi non supera i 1.000 euro.



Con il nuovo Governo guidato dal Premier Matteo Renzi, tanto per cambiare, si è tornati a parlare di pensioni come sempre a bassa voce tra conferme e smentite. Si vocifera in merito ad un possibile intervento sulle pensioni d'oro dopo nei mesi scorsi c'è stato l'assalto, anche mediatico, ai vitalizi di parlamentari e di consiglieri regionali.





Ma dalle pensioni d'oro si fa presto a passare alle cosiddette pensioni baby, che costano quasi dieci miliardi di euro l'anno, e poi prima alle pensioni retributive, e successivamente alle pensioni contributive. A pensarla così è Primo Mastrantoni dell'Aduc nel ricordare in particolare che annualmente l'Italia per la previdenza spende la bellezza di 270 miliardi di euro, ovverosia una cifra che, aggredendola tagliandone di volta in volta delle piccole porzioni, può essere abbassata a carico di uno Stato già appesantito da un debito pubblico sopra i duemila miliardi di euro.



E' questo il 'disegno' dell'Aduc più che altro per il semplice fatto che così come è attualmente il sistema previdenziale italiano non potrà reggere.

Ed a pagare non saranno solo i pensionati, ma anche i figli ed i nipoti che sempre più spesso nelle situazioni di temporanea emergenza economica tirano il fiato grazie ai soldi del nonno e/o della nonna.