Oggi tutti parlano della proposta di uscita anticipata dal lavoro avanzata ieri dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Esaminiamola insieme. Quelli di voi che seguono l'argomento riforma Pensioni da qualche tempo, avranno osservato subito le somiglianze tra la proposta di Poletti e il prestito pensionistico di Giovannini.

Una delle differenze è che la proposta Poletti riguarderà solo l'ultimo anno prima della pensione e non 2-3 come proponeva Giovannini. Nonostante la delusione di molti, il ministro del Welfare vuole, in tal modo, limitare l'accesso, per rendere il sistema più gestibile sotto un punto di vista logistico.

Mauro Nori, direttore generale dell'Inps, ha verificato la fattibilità della proposta Poletti, "l'introduzione della flessibilità dell'età pensionistica è fattibile, nel momento in cui il Governo e il Parlamento definiranno le regole noi siamo in grado di applicarla" ma per quanto riguarda le coperture economiche ha 'lanciato la palla' al ministro dell'Economia.

Risorse finanziarie

Come ha ammesso lo stesso Poletti "le risorse necessarie sono tante e dobbiamo decidere dove metterle. Credo che abbiamo il dovere di postarle innanzitutto nei confronti di quelle persone che non hanno reddito, che hanno perso il lavoro e non sono arrivate alla pensione", dunque, l'uscita anticipata si farà ma prima si deve risolvere la questione degli esodati.

Giuliano Colaci, coordinatore comitato esodati Roma e Lazio, ha commentato riguardo alla proposta Poletti: "Francamente dal ministro del Lavoro ci aspettavamo risposte più concrete".

Ricapitolando: la proposta Poletti è fattibile solo se ci sarà la volontà politica di metterla in atto. Prima di parlare di 'mutuo pensionistico', però, si dovrà risolvere la questione esodati che sta per esplodere. Se l'esecutivo Renzi non trova le coperture economiche per gli esodati, difficilmente ci potranno essere soldi per un'uscita anticipata dal lavoro, specie una che non fa niente per affrontare il suddetto problema.