Il mio artista preferito, Banksy, ha realizzato sulla parete di un centro giovanile a Bristol, la sua ultima opera denominata Mobile Lovers. Essa rappresenta un uomo ed una donna che nell'abbracciarsi non distolgono lo sguardo dai loro Smartphone. Uno dei soci ha pensato bene di staccare quel pezzo di muro e conservarlo nello stesso centro per permettere a questo fantastico "pezzo" di rimanere intatto, ma questa è un'altra storia.

Ricordo ancora l'ultima lettera che ho scritto alla mia Jo, le facevo notare quanto i suoi occhi fossero spenti, quanto il suo sguardo assomigliasse alla stanca Diana Spencer nel ruolo di principessa scomoda e quanto fosse tremendamente bella e tosta.

Oggi mi ritrovo a far parte dei tanti mobile lovers che dedicano più tempo a scorrere le notizie su Facebook che a guardare gli occhi meravigliosi della propria donna e mi chiedo il perché siamo diventati cosi tecnodipendenti. Forse perché facevo parte di quella schiera di malinconici a cui piaceva mettere tutto su carta senza riassumerlo in 160 caratteri trasmettendo le proprie emozioni con parole e gesti piu che con emoticon e selfie.

La verità è che più passa il tempo e più la vita diventa comoda, la tecnologia ci permette di fare tutto quello che vogliamo senza muoverci da casa e più andiamo avanti e più ci piace chiacchierare su Skype che stesi al parco. Torniamo ad essere noi stessi usando la tecnologia solo per lavoro e hobby. Ritorniamo ad usare la carta, la voce, lo sguardo ed il contatto fisico, ricominciamo ad amarci veramente, questa volta senza postarlo.