Spesso commettiamo un tipico errore di valutazione: riteniamo che una crisi di coppia tra di noi sia impossibile.
Una coppia per essere definita tale, deve essere caratterizzata da una condivisione di reazioni, emozioni, sentimenti, sessualità e dalla presenza di un progetto comune in una dimensione temporale.
La trasformazione di un rapporto di coppia
Se ci limitiamo solo ad invitare il partner a volerci bene e ad amarci, senza sfidarlo, aggredirlo, nasconderci, il rapporto sarebbe diventa meno teso, meno ambiguo e più noioso, bisogna comunicare con decisa chiarezza e chiedere apertamente ciò di cui abbiamo realmente bisogno (come si dice in Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere di John Gray): così lo mettiamo nelle condizioni di fare e dare il meglio di se, e capiremo che anche lui sta nella nostra stessa situazione.
Come uscire dalla crisi di coppia?
1) Chiudere subito il rapporto, lasciarlo.
Perché ci ha svelato la sua fragilità e i suoi limiti, mentre noi aspettiamo un partner che non sia ferito, bisognoso ma generoso. Si tratta di una reazione sbagliata, ma sempre meglio che continuare a perdere tempo in sfide, conflitti e scontri. La guerra è persa per noi.
Analogamente il partner potrà curarsi le ferite senza coinvolgere colui che gliele ha procurate.
2) Affrontare il rapporto in modo molto deciso, consapevoli che il partner non è un supereroe per poter guarire le ferite del cuore.
Guarire tali ferite può avvenire solo attraverso l'autoguarigione, ma il lavoro ognuno lo deve fare da sé su di sé.
Appartiene tutto al passato, e i fatti del passato non possono mutare. Dobbiamo accettare quello che è stato: i nostri partner non cambieranno, le situazioni e le cause che hanno prodotto le nostre ferite.
"La nostra vita è composta, come l'armonia del mondo, di cose opposte e anche di toni diversi dolci e aspri, acuti e bassi, molli e gravi.
Il musicista che prediligesse soltanto i primi, che musicista sarebbe? Bisogna che se ne sappia servire nel complesso e amalgamarle..." come dice il filosofo francese M.E de Montaigne.
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