La solennità dello Spirito Santo è una delle solennità mobili, che cambia data e periodo in cui si celebra ogni anno. Si celebra cinquanta giorni dopo la Pasqua perciò è detta anche solennità di Pentecoste (cinquantesimo giorno).

Quest'anno tale solennità nel calendario liturgico ricorre domenica 8 giugno e per l'occasione abbiamo rivolto a Don Francesco Cristofaro alcune domande per meglio comprendere il significato di questa solennità.

Perché agli Apostoli fu dato il dono dello Spirito Santo?

Gli Apostoli sono i continuatori della missione di Gesù.

Per svolgere questa missione essi hanno bisogno di forza, ma soprattutto, hanno bisogno di conoscere a pieno il mistero di Gesù e lo Spirito di Dio è questa luce che svela il senso delle Scritture. Lo Spirito Santo è dato agli Apostoli perché vadano per il mondo e creino la nuova umanità. Si legge nel Vangelo che Gesù disse: "pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi." "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi." La storia della nuova umanità inizia con la "creazione" di uomini nuovi. La nuova creazione avviene grazie agli apostoli che donano lo Spirito Santo.

Quando è stato effuso lo Spirito Santo?

I discepoli si aggregano di nuovo dopo la dispersione avvenuta nell'Orto degli Ulivi. Sono tutti insieme in uno stesso luogo. Sono però a porte chiuse ed allora Gesù viene, sta in mezzo a loro, augurando e donando la pace: "pace a voi!" e donando lo Spirito: "Ricevete lo Spirito Santo…"

Lo Spirito Santo è sempre presente?

Lo Spirito Santo è sempre presente nella storia della Chiesa e nella vita dei credenti. Ogni cristiano è tempio dello Spirito Santo. Li dove c'è un cristiano che crede e vive secondo il vangelo, lascia agire lo Spirito di Dio che dimora in lui e tutto in lui e attorno a lui cambia, si trasforma.

Lo Spirito Santo ci insegna un linguaggio nuovo.

Il linguaggio dello Spirito Santo è quello dell'amore.

Quando lo Spirito di Dio regna in noi, impariamo a guardare gli altri non più con gli occhi della carne, ma con gli occhi della fede, con gli stessi occhi di Gesù. La nostra "carne" non ha più potere su di noi, perché l'uomo nato da essa a poco a poco cede il posto all'altro uomo, a quello nato da Dio, per mezzo dello Spirito e dell'acqua.