È di qualche settimana la notizia lanciata dal Governo guidato dal fiorentino Matteo Renzi: presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ritorna l'Osservatorio Nazionale Infanzia, andato in soffitta perlomeno da due anni. Dovrebbe nuovamente svolgere da punto di riferimento per quella miriade di associazioni ed enti che si occupano dell'infanzia violentata, sfruttata ed abbandonata.

La violenza sui minori è un gravissimo fenomeno che appare in perpetua crescita. Si tratta d'un vero enorme problema che sinora non ha ancora trovato una via d'uscita.

Bene l'iniziativa, ma ci vogliono pure gli investimenti. Se si pensa che in alcune Regioni il problema è quasi endemico. Sovente viene affrontato male o, peggio ancora, ignorato. Va ricordato e sottolineato che la violenza sul minore, quando non viene assassinato, lascia una cicatrice profonda pure nell'anima.

Inoltre, siccome si continua ad affermare che, generalmente, la violenza sui minori avviene nell'ambito familiare è impossibile conoscere -senza iniziative concrete- le tipologie delle violenze la cui mancanza di conoscenza rende difficile adottare delle adeguate soluzioni. Ed allora anziché snocciolare dati statistici poco attendibili vale la pena ricordare che la Convenzione adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 1989 è entrata a fare parte della legislazione italiana sin dal 1991.

E riconosce il diritto ad un benessere e migliore stato di salute; a una vita che consenta autonomia; a partecipare alla vita comunitaria; all'educazione ed alla formazione scolastica; al riposo, al tempo libero ed alle attività creative; a partecipare alla vita culturale ed artistica; alla libertà di associarsi e di riunirsi; alla libertà di espressione, di ricercare, ricevere e divulgare informazioni ed idee; alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; ad essere ascoltato e di esprimere la propria opinione su ogni questione che lo interessa.

Ed anche se è pur vero che il potere di acquisto delle famiglie s'è notevolmente indebolito, il minore deve stare lontano dallo sfruttamento economico. Come nondimeno deve essere tutelato dallo sfruttamento e dalla violenza sessuale.

L'età dei minori colpiti va da 0 a 14 anni. E per promuovere il rispetto del diritto alla protezione dalla violenza in Italia è presente pure l'Unicef, il cui impegno, tuttavia, non sembrerebbe completamente sufficiente per salvaguardare -per esempio- i minorenni risucchiati dalla malavita organizzata che se la spassa in alcune aree del Mezzogiorno.

Altre forme di violenze - che scatenano sempre interminabili dibattiti- sembrerebbero giungere dai videogiochi e da certi palinsesti televisivi. La Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza riconosce ad ogni bambino e adolescente il "diritto alla protezione da ogni tipo di abuso, sfruttamento e violenza". Il dirigente d'azienda imolese, Giuliano Poletti, prestato alla politica e messo a capo del dicastero del Lavoro e Politiche Sociali ha davvero delle belle gatte da pelare. Intanto vale la pena affidarsi ai mass media.