Nel 2013, con l'art. 49-bis del decreto legge n. 69, è nata la figura del Commissario Straordinario per la spending review ed è stato nominato il dott. Carlo Cottarelli. Il Commissario ha il "compito di formulare indirizzi e proposte, anche di carattere normativo" in materia di revisione della spesa delle pubbliche amministrazioni. La stessa legge aggiunge che il Commissario opera "in piena autonomia", "con indipendenza di giudizio e di valutazione", che ha il "diritto" di dialogare con tutte le pubbliche amministrazioni nonché diritto di accedere a tutte le loro banche dati.

Tutto qua, il dott. Cottarelli non ha altri poteri: il potere decisionale compete ad altri. Recentemente è stato nominato il Commissario dell'Autorità Anticorruzione, il dott. Raffaele Cantone che, prima di accettare, ha chiesto poteri reali. E li ha ottenuti. Al contrario, i poteri concreti del dott. Cottarelli sono rimasti sulla carta perché, ad esempio, solo la metà della Aziende Sanitarie Locali gli ha fornito i dati richiesti ("La giungla delle partecipate locali" , sito "revisionedellaspesa.gov.it"). Incomprensibilmente.

In questi giorni, i quotidiani (Il Messaggero; Corriere della Sera; La Repubblica; Il fatto quotidiano) hanno dato risalto ad una presunta polemica intercorsa tra il dott.

Cottarelli ed il mondo politico. Articoli che riferiscono dichiarazioni del Commissario, secondo cui non ci potrà essere la riduzione delle tasse; problemi di mancanza di coperture; di antipatie personali; dimissioni, eccetera. Un editoriale di Francesco Giavazzi del 30/7/2014 (Corriere) ha addirittura comparato la (maggiore) efficienza del dott.

Cantone (Anticorruzione) con quella del dott. Cottarelli. Qualche commento:

- Chi legge, direttamente, il post del 30/7/2014 del dott. Cottarelli, intitolato "La revisione della spesa come strumento per il finanziamento di nuove spese" non trova le frasi riportate sui giornali né toni polemici;

- Il Commissario riferendo del (futuro) taglio di spesa pubblica, che servirebbe (oggi) a coprire il pensionamento di pubblici dipendenti, indica in "1,6 miliardi per il 2015" la spesa da coprire.

E, testualmente, scrive: "Intendiamoci: tecnicamente la copertura c'è".

- Non è stato dato alcun risalto al post del dott. Cottarelli, del 7/7/2014, intitolato "La giungla delle partecipate locali" nel quale riferisce della difficoltà di censire le partecipate degli enti locali: "forse" sono 8.000, no forse 7.700, quasi sicuramente 10.000 ma non sono incluse le scatole cinesi; mancano i dati che avrebbero dovuto fornire i comuni sotto i 30.000 abitanti; e, solo la metà delle A.S.L. ha risposto alle mie richieste.

Grazie all'archivio del Cerved emerge che i Comuni italiani sono soci in 2.671 società che operano nella consulenza, nell'immobiliare, nell'agricoltura, vendendo al dettaglio vini, fiori, formaggio, prosciutto, zucchero, surgelati.

Società partecipate che non avevano neppure l'obiettivo di creare occupazione perché, su 2.671 società, 1.213 (il 45%) non hanno dipendenti, 1.407 (52%) ne hanno al massimo 5. Il Commissario scrive, che da tali aziende arrivano segnali di opacità. Insomma, il dott. Cottarelli ha puntato il riflettore sulle partecipate pubbliche, sul tipo di attività, su chi effettivamente percepisce reddito in queste società. Ora le decisioni spettano a chi di competenza. Quindi, considerata la carenza di poteri del Commissario, c'è qualcuno che ha voglia di verificare a chi vanno i soldi pubblici, non essendoci dipendenti che rischiano il posto?