Cosa può la disperazione? La risposta è semplice: la disperazione può tutto. Perché è il tentare, il non cedere, che spinge migliaia di persone, ogni giorno, ad affrontare quello che più che un viaggio è un massacro, attuato da scafisti senza scrupoli. Gli scafisti, aguzzini che in cambio di ingenti somme di denaro, stipano quante più persone su dei barconi fatiscenti, verso un viaggio che a molti costa la vita.

Una situazione di vita precaria, sempre in bilico, un districarsi tra mille difficoltà, spinge innumerevoli somali, marocchini, africani di ogni dove a cercare una via di fuga.

In loro alberga la speranza, nonostante la vita li abbia duramente puniti. Persone che tra gli stenti, cercano di sopravvivere, anziché di vivere, come dovrebbe essere, non si arrendono al difficile percorso che il destino a riservato loro.

Sono decine di centinaia gli immigrati che, cercando di scappare da una situazione di disagio e di degrado, si dirigono ogni giorno sulle nostre coste. Migliaia di persone che scappano da una vita che non si può più definire tale. Scappano dalla miseria, dalla povertà assoluta, in cerca di un destino migliore.

Quelli che vengono definiti semplicemente immigrati, sono persone che non perdono la speranza, ma cercano, tramite il viaggio che può tranquillamente essere battezzato come quello della speranza, la voglia di tornare a sorridere.Tentano il tutto per tutto per potere garantire a se stessi, alla loro famiglia, una vita migliore.

Gli ultimi dati

Nell'ultima settimana più di 4 mila persone sono state tratte in salvo dagli uomini della Marina militare che, tramite la capitaneria di Porto e l'ausilio di navi mercantili, ha provveduto al difficile e angoscioso compito di aiutare persone che versavano in condizioni disumane di viaggio e di salute. Purtroppo aiutare tutti non è stato possibile: molti sono stati riportati a riva senza vita.

Un viaggio che ha messo fine ai sogni di riscatto di molte persone. Diversi i casi di tragedia: a Pozzallo sono state recuperate ben 18 corpi senza vita, mentre un cadavere è stato ripescato sulle coste calabresi. Mentre al largo delle Libia un barcone si è capovolto: le persone perite in mare sono state sei. Purtroppo le condizioni di precarietà, dei mezzi utilizzati per attuare questi viaggio, danno il via a dei travagliati percorsi, che culminano sempre con la perdita di molte vite umane.

Purtroppo queste perdite sono ormai all'ordine del giorno, non c'è la possibilità di porre fine a questa carneficina. Ogni giorno ci si trova da affrontare una nuova e triste situazione: un macello di anime che, scappando dall'inferno nel quale vivono, si ritrovano a pregare, stipati gli uni sugli altri, in imbarcazioni fatiscenti, in balia del mare, di potere giungere a riva, di potere avere una possibilità di vita.