Cari Lettori, chi vi scrive non è uno scrittore, non è un letterato o un'intellettuale poiché la mia istruzione si ferma alla 3° media, ma vorrei provare lo stesso a cercare una forma di solidarietà da Voi raccontando quello che noi lavoratori precoci stiamo subendo da diversi anni. Ho avuto la "fortuna" di dover lavorare fin da quando avevo 15 anni (non ancora compiuti) e, come tutti i lavoratori, ho iniziato a versare i miei contributi puntualmente tutti i mesi , mese dopo mese, anno dopo anno. Lo Stato quindi con me e con chi come me ha risparmiato sui servizi scolastici, non avendo potuto frequentare la scuola.

Infatti mentre i miei compagni di pari età si godevano la spensieratezza dell'adolescenza a noi era demandata una diversa responsabilità: aiutare la famiglia nel far crescere fratelli minori e alleviare i pensieri dei genitori. A quel tempo i "ragazzi" non erano trattati come oggi, con tutte le garanzie possibili. I lavori che ci venivano affidati erano umili, malpagati, di vero sacrificio, prima di tutto per l'età (i cosiddetti anziani ci vessavano in tutti i modi) e poi visto che ci insegnavano un lavoro non dovevamo nemmeno lamentarci. Io ho iniziato come fattorino d'ufficio, con la bicicletta, a portare buste e prendere documenti, pioggia, vento, neve, grandine, sole, i documenti dovevano essere consegnati in tempo utile e guai asgarrare!

Facevo anche 50 Km al giorno, ma non con biciclette leggere, magari da corsa, ma con dei mezzi che sembravano più dei "cancelli" che biciclette. E questo per un paio di anni, poi, come per miracolo passai in ufficio vero e proprio. E da lì sono cresciuto professionalmente, studiando da me la sera e cercando di imparare il più possibile.

Vi parrà strano, ma nel mio mestiere (spedizioniere) molte volte la settimana finivamo il lavoro alle 24,00, alle 01,00 o magari anche più tardi. Ma eravamo contenti di portare a casa uno stipendio, anche seppur piccolo. Sinceramente non pensavamo alla pensione, pensavamo invece alla domenica, (il sabato mattina lavoravamo) a divertirci, ma mai far tardi!

La mattina dopo, alle 7,30 suonava la sveglia, e dovevamo essere pronti. Sono passati gli anni, ho fatto carriera, e adesso ho delle responsabilità sia verso l'Azienda in cui lavoro, sia sulle persone che lavorano con me. Verso la fine della vita lavorativa,  una persona che ha un minimo di intelligenza, deve fare dei programmi, prendere alcune decisioni, anche verso i figli, che andranno ad incidere sulla loro vita futura e quindi anche io li avevo fatti. Solo che non avevo fatto i conti con lo Stato che da 35 anni di contribuzione passò alla famosa quota 90, poi 92, poi a 40 anni di contribuzione e adesso, con la Legge più iniqua e sbagliata che ci sia 42 anni e sei mesi ! Spostando tutte le mie previsioni di ben 7 anni.

Pensavo di fare tutte quelle cose che non avevo potuto fare in gioventù, magari con meno forza fisica, ma con altrettanto entusiasmo. Ebbene tutto questo è passato. Ci hanno rubato anche questo. Abbiamo visto passare le baby Pensioni, le pensioni d'oro, d'argento e di quant'altri metalli volevano, e noi dovevamo lavorare, tacendo, per poter pagare quelle pensioni  che lo Stato,  verso alcuni si dimostrava generoso, ma che con altri era dispotico e crudele. Ora, leggiamo sui vari articoli, che ci possono concedere la pensione "anticipata" senza penalizzazioni ma con 42 anni e sei mesi di lavoro effettivo. Ma come anticipata? Anticipata a che cosa visto che ho lavorato per oltre 42 anni? Quell'anticipata è una truffa mediatica, facendoci credere che, bontà loro, ci concedono la sudata pensione senza penalizzarci. Non tenendo conto che questo nostro è un diritto acquisito, o forse i diritti acquisiti li hanno solo i politici, i magistrati o i baby pensionati? Vergogna!