Sono molti anni ormai che l'unione sovietica si è sgretolata come l'impero romano eppure quasi tutto è filato liscio tra Russia ed ex paesi satelliti. Per tanto tempo anche se il desiderio dei popoli di rendersi indipendenti e, alcuni di essi, di accostarsi al mondo occidentale ed all'unione europea sembra essere stato un processo inarrestabile. Lo sbaglio di Kruscev di cedere affrettatamente la Crimea all'Ucraina è stato uno di questi focolai che, unitamente ad una parte delle popolazioni dell'ucraina orientale, hanno creato l'esplosione dell'attuale crisi.

Il fatto poi che la Crimea si sia resa indipendente dell'Ucraina ha creato un azzardato precedente ad ha risvegliato un ovvio spirito di emulazione. Non paghi di ciò, infatti, i filorussi hanno cominciato a vagheggiare il sogno di rendersi indipendenti dall'ucraina e di riaccostarsi alla Russia ( fomentati di questa), facendo leva sulle affinità linguistiche, genetiche, di tradizioni e di costumi russofoni in ciò poi apertamente appoggiati e forse incoraggiati dalla condotta del Cremlino nel quale sembra troppo condizionato al suo interno dalle frange nazionalistiche.

Fatti salvi i diritti dei popoli all'autodeterminazione, sarebbe pericolosissimo però per la pace del mondo risvegliare sopiti e diffusi revanscismi, irredentismi e rivendicazioni sulla la base di semplici appartenenze passate, di affinità linguistiche ed etniche (allora, per fare solo qualche esempio, l'Italia dovrebbe reclamare la restituzione della Corsica, di Malta, della Lorena, dell'Istria, etc, con buona pace della stabilità del mondo...?).

Comunque appare incontestabile, sul piano del diritto internazionale e dei trattati vigenti, la ferma volontà del governo ucraino di mantenere la propria integrità politica e territoriale e di proseguire l'adesione all'unione europea. Ma l'applicazione di sanzioni alla Russia da parte degli Stati Uniti e l'unione europea, avranno delle ripercussioni negative.

Inoltre sarebbe ideale tentare ad oltranza la via della discussione diplomatica, dell'invito al ragionamento ad alla valutazione preventiva delle disastrose conseguenze dell'applicazione di reciproche sanzioni.

Infatti, come si è visto, all'irrogazione delle punizioni Mosca ha risposto con la stessa arma.

Il mondo ormai a causa della globalizzazione, ha tessuto una trama di intrecci ed investimenti economici reciproci tale che una sanzione o un embargo qualunque e da qualunque parte sia applicato, non può che toccare i propri interessi finanziari e commerciali all'estero e ripercuotersi sugli stessi.

Si spera, a questo punto, che i contendenti si rendano conto presto di quanto sopra e della strada sbagliata imboccata, recedano dai propri sbagli e consentano la revoca di ogni sanzione o embargo reciproco prima che si passi a colpi pericolosi e dalle conseguenze a catena imprevedibili.