Incredibilmente, sono passati due anni e mezzo circa della triste faccenda dei due Marò italiani, che sono stati sottoposti a qualsiasi tipo di processo mediatico e politico, sia del punto di vista nazionale che internazionale. Sorprende ancora che nonostante gli ottimi rapporti passati tra i due paesi, India ed Italia, non siano ancora riusciti a trovare un accordo sulla posizione dei due marò. Ma pensare che la faccenda di loro possa incrinare o addirittura compromettere del tutto i suddetti rapporti, e che il governo indiano non si decida ad imporre la soluzione positiva che il problema merita; meraviglia ancora di più se si pensa che l'India è il paese che ha dato i natali ad uno dei più saggi che la storia del mondo abbia conosciuto, e cioè il Mahatma Ghandhi.
E pare assurdo pensare che la vicenda politica dell'italiana Sonia Ghandhi abbia potuto radicare nell'animo di una parte del popolo indiano, un malessere e della antipatie internazionalistiche: non si spiega, se non facendo ricorso ad ipotesi assurde come questa diatriba si trascini senza che se ne veda la conclusione: e viene pertanto di sospettare di tutto: inadeguatezza ed arretratezza giuridica degli organi di giustizia indiana, gretto calcolo di convenienza politica ed elettoralistica, eccesso di nazionalismo: tutte queste ipotesi appaiono ancora più assurde se si pensa che i due Marò hanno sparato, dato e non concesso che siano stati loro, in buona fede, nella convinzione di svolgere il loro compito e di adempiere ad un loro preciso dovere.
E viene da pensare a questo punto e dopo il recente comprensibile malore avuto da Massimiliano Latorre (sospetta ischemia), se il governo indiano non li abbia voluto condannare a una stressante ed esasperante detenzione mascherata, aggravata dalla lontananza dai propri affetti e dalla propria patria, che li porti, a lungo andare anche alla pazzia o addirittura a epilogo luttuoso, con ciò ottenendo il plauso politico delle frange popolari più fanatiche e nazionalistiche del popolo indiano.
E dire che ci sono tanti indiani che vivono da anni in Italia, perfettamente integrati (soprattutto nel settore agricolo) e pensando alla vicenda di Salvatore Girone e di Massimiliano Latorre appare ancora di più inspiegabile a condividere -si è possibile che non si riesca mai ad uscire dal Medio Evo? Sarà possibile che ancora una volta l'uomo dia dimostrazione dell'impossibilità di risolvere i problemi con la ragionevolezza, il dialogo costruttivo, la reciproca comprensione e convenienza, senza dare fondo alla propria cocciutaggine, alla mancata valutazione delle numerose sconvenienti conseguenze?
Non sarebbe giusto però, da arrivare forse dettate della rabbia e da esacerbato nazionalismo alla rottura di ogni rapporto diplomatico, turistico e culturale con il governo indiano; ma il rilascio immediato dei due marò è la soluzione a questa drammatica vicenda che potrebbe invece inasprire di più i rapporti futuri.