Dopo la grande delusione dovuta all'assenza di validi fuoriclasse italiani in lizza per il Pallone d'Oro, l'Italia ha una ulteriore conferma di come la qualità del nostro calcio stia cadendo sempre più in basso rispetto ai risultati ottenuti nei decenni scorsi sia da giocatori che da squadre italiane. Ma c'è un "però", una piccola precisazione da fare che ci può ancora rinfrancare lo spirito e farci vedere le cose in modo leggermente più positivo per ridare lo slancio ai calciatori italiani e dirgli che non tutto è perduto.

Guardiamo intanto quale è stata l'evoluzione del Pallone d'Oro (ex Calciatore europeo dell'anno): riconoscimento nato nel 1956 ad opera della rivista francese France Football, si proponeva di premiare il miglior calciatore di nazionalità europea che militasse in qualsiasi campionato nel mondo.

Dal 1995 cambiano le regole e questo premio vede in lizza anche calciatori di nazionalità extraeuropee; dal 2007 poi possono partecipare alla gara per l'assegnazione del premio i giocatori di qualsiasi club FIFA anche se il club di appartenenza non fa parte della UEFA. Ulteriori modifiche vengono fatte nell'anno 2010 quando il Ballon d'Or si trasforma, grazie alla collaborazione tra FIFA e France Football, in Pallone d'oro FIFA per premiare il miglior calciatore del mondo: così però viene ampliata notevolmente la rosa di possibili partecipanti alla gara per l'assegnazione del premio, alzando parecchio la qualità dei partecipanti non più limitati come prima.

Ad aggiudicarsi il premio quell'anno è Lionel Messi che dopo poco tempo (nel 2011) vince anche il nuovo premio UEFA Best Player in Europe Award nato per ripristinare lo spirito che aveva contraddistinto il Pallone d'oro degli esordi.

Ma sulla base di quali criteri vengono valutati i giocatori, e chi li vota? Le valutazioni si basano su prestazioni individuali e di squadra, carriera, personalità, talento e fair play; per ogni nazione affiliata alla Fifa vota un rappresentante per ognuna delle tre categorie: capitani, allenatori e mass media.

L'Italia è proprio così scarsa?

Direi di no, se consideriamo che a partire dal 1956 sono stati assegnati ben 18 trofei per calciatori appartenenti a club italiani (Milan 8, Juventus 8, Inter 2) e un trofeo è stato assegnato nel 2006 a Cannavaro militante nel Real Madrid.

Interessante anche scoprire i calciatori italiani classificati (purtroppo solo) al secondo e terzo posto nelle varie edizioni: Gianni Rivera nel 1963 (Milan, 2° posto), Giacinto Facchetti nel 1965 (Inter, 2°), Gigi Riva nel 1969 (Cagliari, 2°) e nel 1970 (Cagliari, 3°), Sandro Mazzola nel 1971 (Inter, 2°), Dino Zoff nel 1972 (Juventus, 2°) , Franco Baresi nel 1989 (Milan, 2°), Salvatore Schillaci nel 1990 (Juventus, 2°); nel 1994 Roberto Baggio (Juventus, 2°) e Paolo Maldini (Milan, 3°) che fu 3° anche nel 2003, Gigi Buffon nel 2006 (Juventus, 2°).

Guardando i risultati del calcio che fu forse i ragazzotti di oggi potrebbero convincersi che con un po' di brillantina,gossip e lamenti in meno e tanto impegno in più potrebbero raggiungere l'eccellenza che già fu tutta italiana.