Nelle scorse settimane abbiamo sentito che richiedere il TFR anticipatamente, nella propria busta paga, potrebbe diventare una scelta, presumibilmente facoltativa, per i lavoratori dipendenti.

Occupandomi da oltre 30 anni dei problemi della previdenza e della terza età, dal punto di vista finanziario, mi rendo conto che questo è uno scherzetto davvero poco piacevole. Infatti sappiamo bene che già oggi troppi pensionati fanno fatica a sopravvivere con la pensione pubblica ma quantomeno hanno avuto una liquidazione. Poca cosa rispetto alle esigenze della terza età ma pur sempre qualcosa che, ben gestito, ha potuto dare una mano.

Qualcuno mi venga a dimostrare che se i lavoratori percepiscono 60, 70 o 100 Euro in più in busta, sono talmente attenti da metterli subito via in un salvadanaio redditizio (o che copra quantomeno l'inflazione) per ritrovarsi qualcosa nell'età della pensione. Ciò che lo Stato si aspetta è che questi soldi vengano spesi per dare una piccola spinta ai consumi e quindi ad una ipotetica ripresa economica. E così molto probabilmente farebbero tutti i lavoratori che si dovessero trovare questa entrata in più.

Ma è proprio questo il punto: se già oggi la previdenza pubblica mette a rischio gli attuali pensionati nella loro sopravvivenza, per mancanza di fondi sufficienti, possiamo pensare che il domani sarà migliore? Evidentemente no. La vita media si allunga, il numero dei lavoratori rispetto ai pensionati diminuisce e di conseguenza la previdenza pubblica dovrà continuamente rivedere al ribasso le Pensioni che erogherà. Ma se oltre ad andare in pensione con il 50%, 40%, 30% dell'ultimo stipendio, perchè questa è la tendenza inevitabile, togliamo ai lavoratori anche la liquidazione, allora la frittata è fatta e il dramma è completo.

Non serve essere economisti svezzati per comprendere il grave danno sociale di un TFR anticipato in questo modo. Se qualcuno vi chiede un suggerimento, per il bene di questo qualcuno, dite di non chiedere, mai e poi mai, che il proprio TFR venga riconosciuto anzitempo! Lo Stato trovi altre misure per immettere denaro nel mercato. Tagli ad esempio in maniera seria il cuneo fiscale, dando in parte di più al lavoratore e alleggerendo parallelamente l'esborso delle aziende. Solo sforando per qualche anno, con un serio programma di rientro, il tetto di deficit imposto dall'Unione Europea, si può rimettere in moto la macchina. Tutto il resto sono solo fantasie.