Dopo la pronuncia dei giudici di Lussemburgo sul precariato scolastico si moltiplicano i dibattiti in merito alle iniziative da intraprendere per ottenere la stabilizzazione. I precari cominciano ad affinare le armi per mettere a punto una strategia legale che vada dritta all'obbiettivo dell'immissione in ruolo. Altri mettono in guardia dal presentare una strategia legale che miri al ruolo immediato consigliando una strategia legale che prende le mosse da quanto la giurisprudenza europea ha prodotto in merito al problema del precariato. Una strada piena di insidie che si possono aggirare con due semplici mosse: chiedere il risarcimento per "danno passato" e uno per il "danno futuro" derivante dall'incertezza sui tempi per ottenere la stabilizzazione.

Giurisprudenza europea

Si trova agevolmente in rete il dispositivo di una sentenza che riguardò il caso di alcuni dipendenti di una azienda del latte in Grecia, nota come sentenza Adeneler, cui la Corte europea riconobbe il carattere di precarietà dovuto all'abuso della contrattazione a termine per la quale la pronuncia fu essenzialmente improntata al riconoscimento di un giusto risarcimento. Una pronuncia analoga si ebbe con il caso Kucuk del 2012, dove anche qui non venne disposta l'assunzione perché riconosciuto come legittimo il contratto a termine, limitandosi a disporre una misura risarcitoria in favore del ricorrente. Una recente è stata a Chieti. Il richiamo alla dottrina prevalente si rifà alla direttiva 70/1999.

La strategia vincente

Lo scrivente si occupa da tempo della casistica dei precari della Scuola, con diversi articoli già scritti in proposito che si possono agevolmente recuperare su questa piattaforma di giornalismo partecipativo. Diversi pareri legali sono stati esposti e discussi, ricavando la certezza che un ricorso è proponibile quando si hanno contratti per un periodo di tempo superiore ai 36 mesi, senza distinzione alcuna di posto (vacante/disponibile), scadenze (30 giugno/31 agosto) e senza la necessità dell'abilitazione.

Un legale che si occupa di predisporre i ricorsi da presentare al tribunale del lavoro è già stato incaricato di rappresentare la questione dinanzi al giudice. La strategia proposta si può configurare a tutti gli effetti come un modo alternativo per arrivare ad ottenere il ruolo, senza presentarlo come prima istanza per non correre il rischio di vederselo respinto.

Questa strategia si ispira appunto alle sentenze sopra citate.

Dettagli

Alcune tracce di quanto sopra sono già state espresse in un altro articolo dove i precari della Toscana si stanno organizzando in proposito. Nel dettaglio si tratta di chiedere la certezza del "danno passato" che scaturisce dalla reiterazione della contrattazione a termine e i conseguenti scatti stipendiali negati. A questo verrà aggiunta la richiesta di un risarcimento per "danno futuro" derivante dal non sapere quando ci sarà l'immissione in ruolo effettiva. Questi viene conteggiato sulla base degli anni residui di stipendio mancato da qui fino all'età della pensione, o di una soluzione risarcitoria comunque fondata sulle ultime mensilità.

Nel caso in cui il giudice dovesse respingere la richiesta verrà chiesta la disapplicazione del diritto interno (vedasi art.97 sui concorsi nella P.A.) per chiedere direttamente l'immissione in ruolo negata nel corso degli anni passati.