Sampdoria contro Palermo. La storia si ripete. Sebbene la corretezza del tecnico doriano gli faccia onore e l'eleganza nell'esprimere il proprio disappunto del tecnico rosanero Iachini, una cosa è certa: la Samp torna a casa con un punto in più ed il Palermo con due in meno. Proprio così perché il tiro di Morganella è nettamente goal. La domanda: e l'assistente aggiunto di linea? È stato impallato dal palo. Considerata corretta la sua posizione, allora cosa si deve fare? Spendere i trecentomila euro per installare le linee tecnologiche. Ma ne vale davvero la pena?

Due gli aspetti da valutare che tra loro si intrecciano e si accomunano: in un periodo di crisi ed austerità, per il mercato internazionale, tranne per quello legato al mondo del calcio, non sembra inopportuno spendere tutti questi soldi? La cifra preventivata non sembra eccessiva! Però le squadre rischiano di lasciare punti per strada che a fine stagione potrebbero significare denaro. Forse per i romantici di questo sport farebbe piacere lasciare tutto così ma gli affari sono affari.

Se il mondo del calcio e degli sport più affermati offrono lavoro a tanti, allora non dovremmo essere tanto ipocriti con il pronunciare luoghi comuni legati allo spreco ed allo sperpero, poi finiamo per lamentarci ma senza far nulla quando sotto al naso ci sventolano gli sprechi pubblici che offrono opportunità e ricchezza ai pochi eletti dei palazzi.

Nel mondo dello sport c'è benessere e ricchezza? Bene!

Ma ricordiamoci bene che lo sport è diletto, passione, perseveranza, sacrificio, confronto, tutto questo è presente nello sport adulto accompagnato dal benessere, ma ai nostri figli insegniamo che lo sport è fondamentalmente stare insieme agli altri, poi se si ha talento un giorno potrà diventare un "lavoro".

Morganella il tuo era goal e dispiace a tutti che gli arbitri non abbiano visto, ma nella dura legge della compensazione, forse un giorno tutto ciò potrà rilevarsi a favore di chi ora ha subito.

Sportivi appassionati non arrabbiamoci e non giudichiamo male gli arbitri, sono in fin dei conti delle persone, proprio come noi: ma noi siamo speciali non sbagliamo mai né in famiglia tantomeno sul lavoro?