Dopo Felicità di Nina Berberova, altro libro "dimenticato" che estraggo dalla mia piccola biblioteca è il Gioco dei Regni, di Clara Sereni. Chiamare dimenticato questo libro è inesatto, perché è rimasto sempre nei miei ricordi, e rileggerlo oggi, a più di venti anni, resta intatta l'emozione che mi diede allora, anzi posso affermare di avere avuto dei momenti di intensa commozione, che quando lessi il libro per la prima volta non ebbi.

La storia

Il gioco dei regni l'avevano inventato i tre fratelli Sereni: Enrico, Enzo ed Emilio detto Mimmo, ci giocavano con i cugini, una sorta di Monopoli, nel quale regni e stati si componevano e scomponevano agendo sulla finanza, l'economia e la politica.

I tre fratelli Sereni avranno poi sorte diversa, il maggiore Enrico muore improvvisamente a soli 31 anni, dirigente del reparto di Fisiologia della Stazione Zoologica di Napoli.

Enzo fu impegnato per tutta la vita nella sua attività sionista, sostenitore della coesistenza pacifica tra arabi ed ebrei, negli anni trenta fu spesso in Europa per aiutare gli ebrei perseguitati a fuggire in Palestina. Paracadutato nel 1944 nell'Italia del nord, catturato dai nazisti morì in un campo di concentramento. Mimmo, il minore, il padre di Clara, fu invece militante e dirigente comunista. Quando il 21 marzo del 1977 L'Unità ne annuncia la morte, titola Gravissimo lutto del Pci del Movimento Operaio e della Cultura.

La storia personale di Mimmo Sereni, e quella di sua moglie Xenia conosciuta come Marina Sereni, sono strettamente intrecciate a quella Partito Comunista Italiano, a cui avevano dedicato tutta la vita, passando sopra agli affetti familiari, alle amicizie, agli interessi personali. In quella concezione totalizzante del Partito, che aveva una sua ragione d'essere negli anni bui del fascismo, nell'impegno clandestino, nelle persecuzioni contro gli ebrei, perché Mimmo non era solo comunista ma anche ebreo.

Da qui il rifiuto di incontrarsi con il fratello Enzo a Parigi, per ragioni di sicurezza e opportunità politica, oppure la richiesta che Marina fa alla madre di non scriverle più per evitare danni al partito. O ancora la richiesta che Mimmo farà al partito, di inviare Marina in Urss per curare un cancro, tutto ciò è subordinato, bene inteso, all'approvazione della Segreteria del Partito.

Girano in questo libro personaggi che hanno fatto la storia del novecento italiano: Giorgio Amendola, Eugenio Colorni, Manlio Rossi Doria, Palmiro Togliatti, il vicino di cella di Mimmo, grande dirigente contadino, Di Vittorio. Belli anche i personaggi femminili, forse sullo sfondo: Alfonsa madre di Mimmo, la zia Ermelinda, le serve Finimola e Dalinda, Xenia madre di Marina e soprattutto Xenia figlia conosciuta come Marina Sereni.

Un libro che si dovrebbe leggere o rileggere per comprendere la nostra storia, le tensioni emotive, gli affetti, le tragedie, i grandi ideali e i grandi amori. L'edizione in mio possesso è del 1993 editore Giunti, costava allora 24mila lire. Il romanzo è ancora disponibile in edizione Rizzoli sia su Ibs, che su Amazon e su Feltrinelli, ma anche in qualsiasi libreria. La vecchia edizione è trovabile su Ebay, ma il mio consiglio è sempre quello di girare per librerie.