Finalmente in Italia sembra che qualcuno si sia accorto di qualcosa, dopo 13 anni dall'introduzione dell'euro a quanto pare non era ancora abbastanza evidente. La tassazione che supera il 50%, disoccupazione giovanile che cresce continuamente e raggiunge livelli drammatici di pari passo a quella collettiva, migliaia di profughi che continuano ad arrivare senza controllo, con l'UE che solo ora si accorge (forse) che anche noi facciamo parte dell'Europa, imponendoci tassazioni insostenibili, usurpando la sovranità monetaria e politica del nostro Paese (vedi governanti non eletti quali Monti, Letta, Renzi).

Al governo qualcuno ha notato che qualcosa non va, da un giorno all'altro ci si accorge di cose che noi tutti abbiamo davanti ai nostri occhi tutti i giorni.

Il ministro del lavoro e delle politiche sociali italiano, si accorge ad un tratto di un aspetto che noi non avevamo (a quanto pare) mai considerato: "Un Paese che pensa al futuro spremendo i lavoratori è cretino perché riduce la ricchezza, i consumi e la produzione, invece di spingere le imprese a competere in alto le abbiamo incoraggiate a spendere sempre meno per il lavoro", uno slogan interessante, ma ovvio anche per l'ultimo della classe in matematica o economia, anche per un eremita delle montagne.

Diciamolo alla "Parla come magni": Se nessuno lavora nessuno guadagna denaro, se nessuno guadagna denaro nessuno spende, se nessuno spende l'economia stagna, e se l'economia stagna nessuno guadagna perchè nessuno lavora.

Concetto semplice ma che evidenzia un girone infernale dalla quale sembra non ci sia via di uscita. Ma ora il governo ha dei nuovi eroi, qualcuno capace di mettere fine a questo dramma, a cui nemmeno Mario l'imbianchino, con i suoi 57 anni e la sua apecar pare avere scampo, gli "Evangelizzatori digitali". I giovani improvvisamente diventano necessari per mantenere tutto a galla, passano da professionalmente emarginati e abbandonati a fondamentali per il rilancio del Paese.



Si apre quindi una diatriba tra il vecchio e il nuovo, tra il giovane e il vecchio, tra chi non si vuole aggiornare e chi invece si accorge che diventa necessario, una lotta di classe interessante. La realtà dei fatti è che ora le frontiere sono sempre più lontane e non ci si può aspettare di trovare prosperità sotto casa.

Adattarsi al futuro è necessario per far fronte alle emergenze economiche e sociali del nostro Paese e dell'intero mondo, perché non vendere il proprio prodotto anche all'estero? Se tutti, compreso Mario l'imbianchino, avessero gli strumenti e le conoscenze necessarie per poterlo fare, sarebbe veramente la strada da percorrere per la crescita economica del nostro Paese.

Qualcuno pensa che questi supporti digitali siano professionalmente inutili, che servano solamente per chat, social, notizie e informazioni. Si deve far capire che la rete dà molta più visibilità e opportunità di guadagno, espande contatti e il proprio mercato. Eppure la generazione che ha vissuto i fasti dell'Italia dovrebbe sapere più di tutti, più dei giovani, che l'innovazione è sempre stata la motrice che ha fatto del nostro Paese uno dei più belli e ricchi del mondo.

Il boom economico è avvenuto perché ci sono state delle introduzioni tecnologiche che hanno migliorato la vita di tutti gli italiani, anche di quelli che, al tempo, non volevano progredire.

Bene le dichiarazioni del ministro dunque, ma tra dire e il fare, non c'era di mezzo il mare? Si, in questo caso, il mare dei cretini.