Siamo ormai nella stagione calda, quella che dalla primavera porta all'estate, cioè la stagione in cui molti disoccupati trovano lavoro presso strutture alberghiere e turistiche e nella ristorazione in genere. Stiamo parlando dei lavoratori stagionali, quelli che lavorano mentre gli altri sono in vacanza e che spesso hanno orari di lavoro più lunghi di quelli consentiti dai contratti collettivi. Di norma questi lavoratori, prestano servizio a periodi intermittenti, quindi magari per i quattro o cinque mesi estivi e per qualche settimana nelle ferie di natale.

La precarietà del loro lavoro è coperta in misura dignitosa (almeno fino ad oggi) dall'Inps attraverso la disoccupazione, sussidio che permette ai lavoratori di questo tipo di poter andare avanti anche nei mesi in cui non lavorano, in genere nell'inverno. Dal 1° maggio di quest'anno però, con la nascita della nuova disoccupazione, la Naspi, molto cambierà. Infatti la Naspi ha cancellato le due indennità inventate dalla riforma Fornero, la Aspi e la Mini Aspi. A dire il vero queste erano più vantaggiose per gli operai stagionali. Calcoli alla mano infatti con la Naspi questi lavoratori vedranno ridursi il sussidio di disoccupazione del 50%, percepiranno la metà di quanto percepito lo scorso anno.

Infatti fino ad oggi, l'INPS elargiva ad un lavoratore che per esempio lavora solo 6 mesi all'anno, un sussidio pari alla metà dei mesi lavorati negli ultimi due anni. In pratica poteva ottenere una disoccupazione di 6 mesi, cioè la metà di 6 mesi più 6 mesi negli ultimi due anni. Con la Naspi invece si otterrà una indennità, sempre pari alla metà dei mesi lavorati, ma non più degli ultimi due anni ma solo dell'ultimo.

Quindi, il lavoratore dell'esempio di prima percepirà una indennità di soli tre mesi.

A leggere l'articolo 5 del DL che introduce la Naspi sembra essere il contrario. Infatti li è specificato che la nuova disoccupazione verrà erogata mensilmente per un numero di mesi pari alla metà dei mesi lavorati negli ultimi 4 anni (addirittura).

Ma subito dopo c'è la specifica, che qualunque periodo già inserito nelle disoccupazioni degli anni precedenti non potrà essere preso in considerazione. Nella nostra analisi siamo stati abbastanza buoni facendo un esempio su un lavoratore con 6 mesi di assunzione. La realtà invece parla della maggioranza dei lavoratori stagionali assunti per soli 4 mesi. Ne deriva che a questi "poveracci", lavoratori precari, da settembre a stagione turistica finita toccherà una indennità di soli due mesi perché i 4 mesi degli anni precedenti, sono stati usati già per altre disoccupazioni.