Il quadro politico italiano è sempre più frantumato: molto spesso nasce un nuovo raggruppamento. I sintomi di malessere nella società sono evidenti e si manifestano con richieste, a volte, intinte di demagogia. Ognuno cerca un mondo a suo piacimento, senza tener conto della realtà. Le richieste assurde: tasse per il ceto avversario, la pensione molto prima dei 60 anni, gli asili nidi gratis per i bambini, assegno per assistenza mensile per i meno abbienti, ecc. Tutte richieste che, esaminate singolarmente, sono tutte giuste ed utili, ma confrontate con la realtà sono praticamente impossibili per mancanza di mezzi materiali.

Il confronto evita le divisioni

Ecco da dove nasce il malessere nella società odierna: vogliamo tutto e subito, senza pensare a come organizzarci per poterlo ottenere. Il punto di partenza, quindi, è la nascita di un progetto di vita e del percorso che si intende seguire per poterlo realizzare, così come si fa per qualsiasi inizio di attività. Ogni raggruppamento politico che rappresenta una parte della società, deve individuare una meta e si deve battere per portare a compimento il suo programma. Questo significa che si deve confrontare col resto della società stessa, illustrare i suoi progetti, e trovare una sintesi con le proposte altrui, altrettanto rispettabili. Non si può andare ciascuno per conto suo, perché quell'atteggiamento porta allo scontro senza costruire nulla di utile per nessuno.

Obiettivo comune

Certo, avvalendosi di regole dettate dalla nostra Costituzione, bisogna trovare in quel solco i valori della convivenza e del bene comune. Bisogna perciò avere i motivi di aggregazione che consentano di avere un lavoro, garantire la scuola ai propri figli, usufruire della sanità pubblica, avere una pensione e una casa.

Finalità che si possono e si devono raggiungere solo lavorando uniti, ciascuno con le proprie idee ma insieme per un obiettivo comune. Quando la conflittualità aumenta, senza dialogo, la storia ci insegna che si va in campo incerto, ove tutto è possibile dettato dalla disperazione. Nessuno ha commentato seriamente il fenomeno che si è manifestato alle ultime elezioni regionali e comunali 2015. Si tratta di una manifestazione di distacco dalla politica, denunciata con l'astensione alle urne, in forma di protesta.