I dati dell'osservatorio Inps diffusi il 10 agosto e riportati da tutti i giornali e tg e subito commentati dal premier Renzi, dicono che rispetto allo stesso periodo del 2014 sono aumentati i contratti a tempo indeterminato, più 36%. Si è passati al 40% di contratti a tempo indeterminato sul totale dei nuovi contratti, il job act che tutti criticavano ha migliorato le cose e questi sono i suoi effetti? Bisogna analizzare bene i dati, visto che in questi giorni sono stati diffusi numeri in controtendenza e in contraddizione tra di loro .
La disoccupazione è aumentatasecondo i dati dell'Istat di pochi giorni fa.
Renzi allora commentò che ci vuole più tempo perché diminuisca, adesso invece si eleva a vincitore, dicendo addirittura ai critici "il resto è noia". D'altronde, Renzi ci ha abituato a commentare i dati positivi e negare, se non addirittura non commentare proprio, i dati negativi come quelli diffusi dallosvimez sul mezzogiorno in condizioni peggiori della Grecia. Ma saràveramente tutto merito del job act?
Diciamola tutta, non è così. I dati dicono che sono aumentati i nuovi contratti a tempo indeterminato rispetto ai precari e ai contratti di apprendistato addirittura in calo, ma dice anche che il numero dei nuovi contratti rispetto alle cessazioni è aumentato di oltre 300 mila. I dati Istat dicono che i disoccupati sono aumentati e questo è un controsenso.
In realtà, come ha ammesso il presidente dell'Istat Alleva: "stiamo ragionando su un progetto con il ministero del lavoro, Inps e Inail per rendere coerenti e integrare i dati proliferati in questo periodo". In altre parole, vi è una certa incoerenza di fondo.
Il mercato del lavoro,in realtà, è drogato dagli incentivi e dagli sgravi fiscali che il governo ha approvato per quest'anno insieme al job act e che vuole rinnovare, se trova i fondi pure per l'anno prossimo.
Quindi, alcuni datori di lavoro hanno cambiato i contratti a tempo determinato che avevano i propri dipendenti, in contratti a tempo indeterminato più vantaggiosi, lo hanno fatto principalmente per avere un ritorno economico vantaggioso per la loro azienda, ma che succederà quando il mercato del lavoro non sarà più drogato dagli incentivi?
Non tutto è merito del job act, lo sarà quando non ci saranno più gli incentivi che il governo ha instaurato proprio per avere più contratti a tempo indeterminato e dare man forte al job act che invece agevola i licenziamenti per i datori di lavoro che presumibilmente licenzieranno per passare a contratti a tempo determinato e precario, perché più vantaggiosi economicamente. Non solo, queste agevolazioni hanno creato una sorta di concorrenza sleale verso le aziende che avevano già i dipendenti con contratti a tempo indeterminato, perché non hanno avuto gli incentivi che hanno ottenuto invece le aziende che avevano dipendenti con contratti a termine, subito cambiati con contratti a tempo indeterminato con risparmi e vantaggi economici.
Al sud, invece gli occupati, nonostante il job act, sono diminuiti sia a tempo indeterminato che precari, evidentemente dove l'economia è viva funzionano pure gli sgravi sui nuovi contratti, dove invece l'economia è al collasso non funzionano nemmeno quelli e aumenta il divario e la forbice nord sud.