Dalle cronache, spicca in questi giorni la - di fatto - riforma del sistema museale in Italia voluta dal Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini. Una trasformazione con nuovi responsabili dei principali musei italiani, pur selettiva e istituzionale con bandi, che alla fine, secondo Sgarbi, penalizza gli esperti italiani, anche preesistenti.
Una riforma di facciata modello Renzi -Più o meno, il noto critico d'arte e polemista storico di origine ferrarese, come Franceschini, quasi una tenzone neorinascimentale del nostro tempo, non contesta certamente la qualità dei nuovi esperti e responsabili per gli Uffizi a Firenze, la Pinacoteca di Brera a Milano, la Galleria Borghese di Roma e altri Musei e Gallerie d'arte di spicco nazionaleSgarbi solleva questioni di critica globale: troppi stranieri che umiliano l'orgoglio e la professionalità italiane, forti dubbi sulle competenze manageriali e di marketing 2.0 necessarie per un grande rilancio del polo museale italiano, fortemente in ritardo, non tanto nelle risorse umane quanto in certa filosofia appunto di vendita del Prodotto Museo e Gallerie d'Arte, nell'era di Internet e della multimedialità.
Franceschini invero spiega la riforma anche con tali innovazioni annunciate. Ma Sgarbi resta perplesso, il copione assomiglia molto al metodo Renzi, le riforme, almeno secondo i critici, producono sempre topolini rispetto alle rottamazioni e alle montagne proclamate. Non ultimo Sgarbi ironizza sul politicamente corretto delle nomine per quel che riguarda le quote rosa nello specifico, 10 uomini e 10 donne, applicato quasi con una calcolatrice tascabile degli anni 80 con troppo zelo omologante e poco meritocratico in tal senso.
Musei poco futuribili -In Italiail sistema Museale presenta forti arretratezze tecnologiche e strutturali rispetto ai palinsesti europei più importanti e produttivi in termini di qualità e turismo.
Sembra che manchino spesso sia book shop che wi fi o bar e ristoranti, da un lato (oltre a risorse economiche). Dall'altro il Marketing di promozione seguirebbe soprattutto strategie retro, altro che Internet delle Cose come da molti anni invece all'estero è costante. Sgarbi è sempre polemico ma, semplicemente, considerate le puntuali notizie della cronaca, da Pompei, restauri alla moviola, scioperi selvaggi quasi come spade di Damocle per i turisti, a Ferrara stessa la Pinacoteca lo scorso inverno aperta ma con il riscaldamento rotto...
le varie guerre tacite o flagranti tra addetti ai lavori, speculazioni politiche, sovrintendenze e caste culturali varie, ben note in Italia, il dubito ergo sum cartesiano del celebre critico d'arte ha probabilmente fonti di verità non esorcizzabili.