L'Isis ha colpito due settimane fa provocandoin Occidenteun clima di paura, affiancatoda un odio profondo per chi ha commesso questi crimini. Inoltre, si è assistito ad un evidente rafforzamento della sicurezza in tutti i luoghi pubblici, compresi i monumenti più importanti, iquali sono stati illuminati con la bandiera francese, in occasione della strage di Parigi, per ricordare a tutti gli attentatoridell'integrità sociale che siamo un popolo unito.

In questo contesto, il mondo occidentale ha decisodi rispondere ai terrorististringendo alleanze per vincere il nemico comune che è ancora pericolosamente attivo.

HollandeePutin hanno stipulatouna prima alleanza, condividendo le informazioni militari sulle operazioni in Siria e mettendo i propri caccia a disposizione per i bombardamenti.La Germania, dopo un periodo di esitazione, ha visto laMerkelapprovare i raid in Siria, unendosi all'alleanza occidentale che vede Francia, Russia, Stati Uniti, Canada e appunto Germania, unite nel portare l'attacco alle basi terroristiche. L'Italiadecide di non bombardareper evitare la reazionedel califfatocon attentati durante il Giubileo che si aprirà l'8 dicembre, che ne minerebbero la buona riuscita, rappresentando un pericolo per tutto l'anno santo. Il mondo musulmano risponde discostandosi dagli atti di violenza di questo gruppo terroristico, dimostrandosi pronto a far emergere i suoi veri valori, unendosi a livello internazionale tramite l'hashtag #notinmyname.

Lotta all'Isis, intervento più politico che religioso

La lotta all'Isis si discosta ampiamente da una guerra di religione in cui si colpisce per affermare il proprio credo e il proprio orientamento culturale. I guerriglieri si uniscono per avere la sovranità economicasul proprio territorio, di cui sentono di essere i padroni e che invece vedono spesso usurpato dal mondo occidentale.

Le azioni dell'Isis per affermarsi sull'area mediorientale, hanno avuto come effetto la massiccia reazione dell'occidente tramite la controffensiva militare, al fine di distruggere le basi dello stato di Daesh.Le operazioni belliche, che siano un atto di difesa o di affermazione dei propri confini, portano a una diffusione capillare della paura e a una perdita di fiducia nelle istituzioni che, in situazioni come queste, dovrebbero farsi valere adottando misure che rendano sicure le persone e al tempo stesso le proteggano in modo adeguato.

Giusto mantenere Schengen

Il clima si potrebbe calmare facendo capire alle persone che non sono in pericolo, stanziando ad esempio dei finanziamenti per viaggi all’estero, incentivando così lo scambio culturale e il piacere della conoscenza e affermando i valori della comunità europea nel pieno rispetto di Schengen,espressione del vivere europeo e della nostra libertà cosi come l'abbiamo vissuta finora.

I cittadini europei hanno bisogno di viaggiare per vincere i pregiudizi e per dimenticare le tristi vicende che in questi giorni hanno messo in apprensione l'Europa. L'abolizione di Schengen porterebbe a una regressione verso Stati che non sarebbero più autonomi, dove non si avrebbe più una convivenza europea serena in cui si darebbe per scontato che uno stato dell'Unione permetterebbe il libero scambio alle frontiere, grazie ad una cittadinanza da intendere come nazionale e non come comunitaria.

La chiusura delle frontiere provocherebbe un aumento della tensioneed una escalation dell'odio verso tutti i musulmani, che siano buoni religiosi o no. L'odio razziale provocherebbe una perdita della morale umana a favore dei peggiori profili di disumanità che ci priverebberodei benefici che la vita regala a una umanità libera e non reclusa in spregevoli conflitti.