Sono trascorse più di 24 ore di pioggia battente in Calabria e il litorale jonico sta franando nell’indifferenza generale e nell’attenzione di pochi, pochissimi mass media. Ieri a Marinella di Bruzzano è crollato un intero tratto ferroviario e l’adiacente strada statale 106, interrompendo ogni collegamento tra i comuni della provincia di Reggio e il capoluogo reggino. Oggi a Bovalino Marina si registra il crollo della Chiesa di San Nicola di Bari, senza contare i numerosi disagi dei cittadini con case a piano terra interamente allagate ed esercizi commerciali che hanno perso tutto.

40 comuni isolati, Stato cercasi

Danni e fango ovunque, nei paesi dell’hinterland aspromontano e in quelli sul mare, Ardore, Siderno, San Luca dove è interamente crollata la contrada “Giardino”, cos’altro deve succedere perché lo Stato e i media si accorgano di noi? Si, di noi, perché io sono calabrese e il cuore sanguina a veder sfracellarsi pezzo per pezzo la mia terra, i luoghi della mia infanzia, le strade dove ho compiuto i primi passi verso la vita, le stesse che mi trovo spesso ad abbandonare in cerca di opportunità che continuano a negarci.

Abbandono secolare, infrastrutture fatiscenti

La Calabria sta morendo nell’abbandono di quelli che contano, e lo sta facendo non da ora, ma da anni e anni di carenze infrastrutturali, perché mentre si parla di costruire la Tav o il ponte sullo Stretto, non c’è una strada che funzioni, anzi non c’è più una strada, non c’è una ferrovia, e mentre gli altri raggiungono l’America in 7 ore, a noi occorrono almeno 24 ore per raggiungere la nostra terra da Roma.

Tutto ciò non è ammissibile in una società che non è degna di essere chiamata civile, perché cosa c’è di civile in un popolo lasciato allo sbaraglio e in una classe politica inesistente, il cui principale interesse è quello personale e non quello collettivo?

Indignazione e rabbia, “ricordatevi di noi” è il grido unanime

La rabbia cresce insieme al dolore per una terra che sta scomparendo, e mentre lo sdegno ci lacera nel profondo, continuiamo a gridare la nostra indignazione, ma rimboccandoci le maniche con la dignità di sempre, per ripartire più forti di prima.

E quando le cronache si riempiranno per l’ennesimo omicidio in Calabria, Tv e giornali si ricordino di dire che a morire, giorno dopo giorno, è la nostra terra, ma questo ovviamente non interessa a nessuno!