Complotto? Biscotto? Chiamatelo come voletemaquello che è successo domenica nell'ultima tappadel Campionato del Mondo di Motociclismo nella classe regina è una cosa che al motociclismo e allo sport nella sua globalità bene certo non ha fatto. Da tifoso, nel momento in cui ho sentito le fatidiche parole "Valentino Rossi non ce l'ha fatta" ho avuto un Moto di disappunto e dispiacere. Il Dottore aveva condotto un campionato pressoché impeccabile per buona parte della stagione e vederlo lì, battuto per cinque miseri punti, per giunta quarto al traguardo dietro la triade spagnola composta, nell'ordine, da Lorenzo, Marquez e Pedrosa, dopo essere partito in ultima posizione a causa della penalità inflittagli dopo il "serrato testa a testa" con Marquez in Malesia, ha fatto e fa ancora male.
Il "biscotto"
Da tifoso, ribadisco che ibiscotti, come vengono chiamati, in maniera "mangereccia", questi "pasticciacci brutti", pur ributtanti a vedersi e, come s'è detto, dannosi al massimo livello per lo sport, si sono sempre attuati e, ahimé, sempre si attueranno. Ieri, su un quotidiano a tiratura nazionale, compariva una serie dei pastrocchi sportivi più clamorosi della storia dello sport e tra questi figurava anche quello che ha sortito l'estromissione della nostra Nazionale di calcio dagli Europei di calcio del 2004.Tornando al motociclismo c'è da dire una cosa che, forse, non mi renderà molto popolare tra gli appassionati "duri e puri" di Valentino Rossi.
Cosa è accaduto realmente
Quanto si è visto nel primo pomeriggio di domenica nell'amaro epilogodel Campionato Mondialedella Motogp, non è stato il classico "fulmine a ciel sereno", cioè una cosa decisa lì per lì ma ha avuto lapropria origine nella manovra azzardata che ha visto protagonisti lo stesso campione di Tavullia e Marc Marquez nel corso del penultimo Gran Premio.
Intendiamoci, si è trattato di una manovra rude e azzardata ma perfettamente inserita nella "logica dell'agonismo". Quello che forse Rossi non ha calcolato, nella foga del momento, è stato il possibile esito contrario. Col proverbiale "senno del poi" mi trovo a dire: "Se avesse lasciato scappare Marquez le cose sarebbero andate diversamente".Così però non è stato e gli spagnoli, giusto o sbagliato che sia stato, hanno stretto un "patto di non belligeranza" e, per amor di Patria e di bandiera hanno "aiutato" il proprio connazionale a portare a casa il titolo della classe regina del motociclismo per la stagione 2014-2015. Insomma "i tre moschettieri" iberici hanno deciso di chiudere la questione a paella e sangria.