Matteo Renzi, a Porta a Porta, parlando della vicenda delle banche, ha assicurato che i truffatori pagheranno, e ha difeso l’operato del governo asserendo di non essere disposto a prendere lezioni da nessuno: "Su questo tema non accettiamo lezioni di trasparenza da nessuno. È arrivato il momento, dopo qualche giorno di sana sobrietà istituzionale, di passare all'attacco e spiegare che senza il decreto ci sarebbe stato un caos pazzesco. Al governo va fatto un monumento per quel decreto, che ha salvato un sacco di gente."

A mio avviso non è solo questo il punto

A mio avviso non è soltanto la validità di un decreto che un governo dovrebbe prendere in esame e ribadire.

Se un arto del nostro corpo va in cancrena e viene amputato, ovviamente l’amputazione, in assenza di misure alternative, può risultare necessaria e condurre alla salvezza.Ma è limitativo rivolgere la nostra attenzione soltanto sulla procedura finale, senza porsi in una prospettiva più ampia che abbraccia l’evento in modo più completo.

L’amputazione può essere avvenuta nel miglior dei modi: con “sobrietà”, perizia tecnica, abilità di ogni sorta e tempestivamente. Non mettiamo per adesso in discussione tale operazione finale, sulla quale il nostro governo continua a puntare i riflettori: essa è identificata come il male minore e forse al chirurgo andrebbe fatto davvero un monumento.

Però, cambiamo di poco la nostra prospettiva

Come si è verificata la cancrena? Come si è sprigionato il male?Perché un conto è se ci siamo sparati a un piede, e per vergogna abbiamo tenuto nascosto l’evento il più possibile, un conto è se qualcun altro ci ha sparato a un piede, un conto se l’infezione è nata per qualsiasi altra causa e via discorrendo.

Nelle parole del nostro premier e dei suoi portavoce non c’è quasi mai, nessuna rivelazione a proposito. C’è solo questa incattivito interesse verso l’intervento finale senza che nessuno sia mai disposto ad ammettere la sorprendente drasticità di tale evento: nella prospettiva di un fenomeno così clamoroso come il fallimento di quattro banche di cui una toscana, e in qualche modo, purtroppo, legata all’entourage di membri del governo stesso.

Se una nave affonda dinanzi ai nostri occhi (da anni) è strano che nessuno ne parli nel modo eclatante che l’evento merita. E se quattro navi affondano tanto peggio. Se quattro navi affondano avrei preferito che il nostro premier ne avesse parlato a suo tempo, e con la stessa energia in cui esalta il decreto Salva banche. Anche un mese prima del decreto sarebbe stato più giusto, ecco diciamo, sarebbe stato più giusto che ne avesse parlato a settembre, e ad esempio se non il giorno stesso della finale agli US Open tra le nostre Pennetta e Vinci, almeno qualche giorno dopo, al proprio ritorno da New York dopo l’italico trionfo.