L'ex segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone è un fiume in piena e si scaglia contro chi lo accusa di aver pagato la ristrutturazione del suo superattico di Roma con i soldi della Fondazione dell'ospedale 'Bambin Gesù', di proprietà del Vaticano. Si parla di ben 400milaeuro, inizialmente destinati ad un fondo per finalità benefiche, che sono stati versati dall'allora presidente dell'ospedale, Giuseppe Profiti, per ristrutturare l'appartamento assegnato al cardinale, situato al terzo piano diPalazzo San Carlo, nella Città del Vaticano.

Secondo alcune rivelazioni, rilasciate dal settimanale 'L'Espresso', emergono notizie riguardo delle fatture pagate all'impresa edile 'Castelli Re - S.P.A.', dalla Fondazione Bambino Gesù e dallo stesso Bertone, per una cifra complessiva di circa 700.000 euro, lasciando presagire che i lavori di ristrutturazione siano stati pagati per ben due volte.

Proprio per questo tali bonifici che si sovrapporrebbero sullo stesso bene, verranno sottoposti all'attenzione della magistratura vaticana, la quale, già impegnata nel processo Vatileaks-2, ha di fatto aperto un'indagine formale nei confronti del già citato Profiti e di Massimo Spina (ex alto dirigente dell'ospedale), per far luce sul cosiddetto "caso dell'appartamento".

La difesa di Bertone

Dal canto suo, Bertone respinge ancora una volte le accuse che gli sono state mosse contro, ribadendo che non ci fu alcun coinvolgimento da parte della Fondazione, che l'appartamento gli fu assegnato di comune accordo colGovernatorato e colpapa, sostenendo a gran voce, inoltre, che altri cardinali (all'incirca una trentina o poco più) possiedano appartamenti ben più grandi e lussuosi del suo, come ad esempio quello del francese Paul Poupard (ben 442,90 metri quadri, provvista di cantina e vini d'alta qualità), di Lozano Barragan (465,61 mq) ed il più grande, di proprietà di Roger Etchegaray (472,05 mq), tanto per citarne alcuni.

Tuttavia, a difesa di Bertone e degli altri cardinali, è intervenuto il suo segretario, Ennio Antonelli, definendo una "polemica penosa", quella sollevata nei confronti delle regge cardinalizie, sostenendo che la maggior parte degli appartamenti sia abitata da proprietari decisamente in là con gli anni, allettati e che necessitino quindi di cure mediche ed assistenza domiciliare.

Niente lusso dunque, né vite vissute nello sfarzo, ma apparentemente normalissime, secondo quanto affermato da Antonelli. Resta però da capire come mai Bertone continui a dichiararsi estraneo ai fatti riguardo l'intervento della Fondazione, a favore della ristrutturazione del già citato superattico. In un intervista rilasciata dal professor Profiti a 'La Stampa', egli dichiara infatti come l'ex segretario di stato fosse al corrente del bonifico effettuato a nome della Fondazione, come si evince dalle lettere scritte tra i due, diventate di dominio pubblico, dove viene delineato un preciso piano di marketing, che prevedeva l'adibizione dell'appartamento a centro per eventi di raccolta fondi.

Intanto Bertone, nonostante le continue "calunnie" nei suoi confronti, non ha alcuna intenzione di lasciare l'appartamento e di darla vinta ai suoi "avversari", continuando il proprio lavoro al servizio del Vaticano.

Le indagini vanno avanti, ci si augura venga fatta luce al più presto su quello che si annuncia un caso più intricato di quanto si pensi.